Chiara Campo
Albertini torna alla carica. Su Sea e Serravalle. Contro il Tar «schierato con la sinistra» e le «operazioni di potere» messe in atto dalla Provincia.
Dopo la sentenza del tribunale amministrativo che ha accolto il ricorso durgenza presentato da Palazzo Isimbardi e bloccato di fatto la vendita del 33% di Sea, il sindaco non intende mandar giù il boccone amaro. Intanto, conferma che da Palazzo Marino «è già partito il ricorso al Consiglio di Stato, ma non sappiamo ancora quando ci sarà ludienza». E dal momento che, come si legge nelle motivazioni, il Tar ha accolto la richiesta di sospensiva limitatamente alla parte in cui «preclude alla Provincia di presentare unofferta di acquisto», Albertini fa presente che Palazzo Isimbardi «non ha mai espresso la volontà di acquistare una quota Sea, addirittura ne ha trattato da novembre allultimo minuto la vendita, con il concambio di azioni Serravalle. Poi, improvvisamente, dal cilindro esce un coniglio che viene messo in tavola dal Tar...». Al presidente Filippo Penati che lo ha criticato, il sindaco manda a dire che «dovrebbe guardare in casa sua. Il consiglio comunale, che è un organo sovrano, ha deciso di vendere il 33% della Sea. Quello provinciale invece non ha deciso di comprare il 18% di Serravalle da Gavio, facendogli guadagnare 176 milioni di euro». La richiesta del Comune di avere ludienza in consiglio di Stato entro il 7 marzo, è lopinione della Provincia, «dimostra che la vendita delle azioni Sea si deve concludere entro il 13 marzo, giorno della distribuzione del maxidividendo. Questa fretta dimostra che il dividendo straordinario rappresenta uno sconto per il socio privato».
E alla serie infinita dei ricorsi al Tar, ieri si è aggiunto quello della Fit-Cisl che chiede proprio di «congelare la distribuzione del maxidividendo da 200 milioni».
Da Sea, lattacco del sindaco si sposta senza soluzione di continuità sulla vicenda Serravalle, dopo che la Lega milanese ha denunciato le «consulenze doro» affidate nel 2005 dalla concessionaria autostradale posseduta dalla Provincia: una voce di spesa pari a 2,5 milioni di euro, con ricchi contratti a professionisti vicini alla Quercia. «Eravamo informati che stavano accadendo cose che ci lasciavano perplessi - ammette Albertini -, cerano consulenze e assunzioni non motivabili, e poi lintendimento dichiarato in consiglio di tornare ad affidamenti diretti tramite Valdata, che noi avevamo bloccato perché volevamo che si svolgessero con una gara. È uno dei motivi per cui siamo stati estromessi dal cda o dalle deleghe di controllo che avevamo preteso dalla Provincia: evidentemente, se non si vuole il controllo si elimina la causa di questo disagio».
Albertini affonda: «La nostra volontà di privilegiare gli interessi pubblici rispetto a quelli privati ha infastidito la Provincia, al punto da sottrarre 238 milioni di euro a investimenti per strade, scuole e servizi per preferire unoperazione di puro potere che ha fatto guadagnare 176 milioni ad un gruppo industriale tra i più importanti dItalia, (il gruppo Gavio, ndr) che non aveva bisogno di questa plusvalenza per sopravvivere». Anche il capogruppo provinciale di Fi, Bruno Dapei, ricorda che «parecchi mesi fa abbiamo proposto una commissione consiliare dinchiesta su quanto accade in Serravalle, ma non ha visto la luce per il voto contrario della maggioranza».
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