Dario Vassallo
La sua insegnante lo sorprese a soli otto anni a suonare il primo tempo del Terzo Concerto di Beethoven che non gli era mai stato assegnato come compito: lui disse semplicemente che l'aveva ascoltato alla radio. Insomma, un talento straordinario. Ma Dino Ciani, istriano di Fiume, non è stato soltanto un grande pianista ma anche un uomo di cultura musicale e letteraria raffinatissima, la cui incredibile parabola artistica si spezzò purtroppo tragicamente nel 1974, appena trentatreenne, in seguito ad un banale incidente stradale. Genova fu la sua città di adozione: qui frequentò prima le medie, alla «Pascoli» di via Cesare Battisti, e poi il liceo, al «D'Oria», ottenendo la maturità - naturalmente - con il massimo dei voti.
E Genova, che non lo ha dimenticato, mette oggi la sua figura al centro di un convegno nazionale, intitolato appunto «Genova per Dino Ciani. Il giovane pianista diventato leggenda», che si svolge alle 16.30 nell'Auditorium della Banca Carige in via Chiossone, organizzato dalla 'Fondazione De Ferrari', «che custodisce nel prezioso Archivio Storico 'Edward Neill', diverse testimonianze dell'amicizia e della sincera e autentica stima che intercorsero tra il grande musicologo di origine britannica scomparso nel 2003 e l'allora giovane Dino», così come spiega José Scanu che dell'Archivio è il curatore scientifico.
Al convegno partecipano illustri personaggi del mondo dell'arte e della cultura che sono stati vicini al giovane e grande Maestro sia a Genova che nelle città dove si è espresso: tra loro il pianista Massimiliano Damerini; Nicola Costa, compagno di studi di Dino; Laura Colombo, premio Ciani alla Scala e il soprano Leila Gencer.
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