LA FIABA IN ROSA

Pedersen vince a Tirana grazie a un super Ciccone e beffa Van Aert Primo danese a indossare la maglia. Cadono Landa (ritirato) e Ayuso

LA FIABA IN ROSA
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Viene dalla nazione delle fiabe Mads Pedersen, ma il suo sogno rosa lo vive in Albania, dove l’edizione numero 108 del Giro d’Italia è scattato ieri con la Durazzo-Tirana di 160 km. Viene dal Paese della Sirenetta il campione del mondo 2019 e fa fare per l’ennesima volta la figura di Paperino a Wout Van Aert, ancora una volta secondo.

Dopo una primavera da applausi, con la terza vittoria nella Gand-Wevelgem e i podi al Fiandre (2°) e alla Roubaix (3°), ha scritto la sua personalissima fiaba diventando il primo danese in rosa, imponendosi allo sprint grazie anche ad uno straordinario Giulio Ciccone, che lo pilota sul secondo passaggio dalla salita di Surrel, e vincendo facile su Wout Van Aert, il venezuelano Aular e il nostro Busatto.

Ventinove anni, per il possente attaccante della Lidl-Trek è la seconda vittoria al Giro dopo quella di Napoli 2023 quando aveva superato Milan. È la prima maglia rosa per la formazione statunitense diretta da Luca Guercilena, che ieri ha ricordato l’anniversario della morte di Wouter Weylandt, scomparso proprio il 9 maggio del 2011 lungo la discesa del Passo del Bocco. «Il piano era di correre come in una classica e l’abbiamo eseguito alla perfezione. Ciccone e Vacek hanno fatto un lavoro straordinario, sono felice

di averli ripagati. Questa maglia è speciale anche perché in testa a un grande giro non c’ero mai stato », ha raccontato Pedersen che con ieri ha portato a 51 le vittorie in carriera.

Se fa festa Pedersen, piange lacrime amare Mikel Landa, che vola malamente in discesa a cinque chilometri e mezzo dal traguardo. Finisce contro un palo della luce e la sua corsa si chiude in ospedale dove gli viene diagnosticata la frattura di una vertebra: è la terza volta che gli succede in otto partecipazioni. A terra finisce anche Juan Ayuso: una scivolata senza conseguenze, quanto basta per capire che il Giro oltre che duro è fastidioso e tre settimane di corsa sono interminabili. Lo sa bene Primoz Roglic, che difatti al mattino dice: «Il primo obiettivo in tappe come questa è restare fuori dai guai», missione compiuta. Bravo lui, bravi i nostri Pellizzari e Aleotti, che per lo sloveno fanno un gran lavoro, anche se oggi toccherà a lui. Crono di 14 chilometri che attraverserà Tirana, arrampicandosi a metà strada su uno strappo. Tappa che sulla carta e per la storia sorride allo sloveno.

Al Giro, Roglic i suoi quattro successi li ha ottenuti tutti nelle prove contro il tempo: Ayuso e Tiberi sono avvertiti. Chi va alla ricerca di una giornata di gloria è Paperino Wout Van Aert. Sogna la rosa e per una volta vuole essere Gastone.

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