
I punti chiave
Ancora una volta il traguardo di Gorizia vede il successo di una fuga dalla lunga distanza. In un finale stravolto da una caduta di gruppo che ha coinvolto parecchi uomini di alta classifica, la spunta il danese Kasper Asgreen, che saluta i compagni di fuga Maestri e Marcellusi e vince in splendida solitudine. Alle sue spalle Groves batte Kooij nella mini-volata ma a sorridere è soprattutto la maglia rosa Isaac del Toro, che guadagna circa 45 secondi nei confronti di Primoz Roglic e Juan Ayuso, rallentati dalla caduta.
Ancora peggio finisce per Giulio Ciccone, dolorante dopo aver sbattuto a terra pesantemente: l’azzurro arriva con parecchi minuti di ritardo. Considerato che domenica si affronterà il Monte Grappa, le conseguenze di questa caduta di gruppo potrebbero essere ancora più importanti.
Com’è andata la tappa
Dopo che la tappa di venerdì si è rivelata ben più complicata del previsto, i ben 140 chilometri di pianura prima del finale a Nova Gorica sembrano fatte apposta per far tirare il fiato alle squadre top. La velina non deve essere arrivata ai ciclisti che già dalla partenza provano la fuga di giornata: notevole come, a fianco di De Bondt e Paleni, ci sia anche Wout van Aert. La cosa non va a genio alla Tudor e alla Ineos, la cui accelerazione consente al gruppo di riprendere la prima fuga. Migliore fortuna ha l’azione guidata da Maestri e Marcellusi, che guadagna rapidamente un minuto: con la Visma ben lieta di lasciare i quattro ciclisti avanti per qualche altro chilometro e risparmiare energie per il circuito finale. A 150 chilometri dall’arrivo, il quartetto di testa ha circa due minuti di vantaggio con il rischio pioggia sempre presente nella testa di molti ciclisti. Dopo che Maestri si prende i punti del traguardo volante, inizia a piovere pesantemente, causando un rallentamento nel gruppo. Fase certo non esaltante della tappa, con il peloton che lascia poco più di un minuto di vantaggio al quartetto dei fuggitivi: la pioggia è ora meno battente ma le strade sono ancora bagnate, scoraggiando le azioni più spericolate.

A 70 chilometri dall’arrivo la situazione rimane stabile, con la fuga a circa 1’15” di vantaggio dal gruppo: rimangono ancora 25 chilometri di pianura prima che la strada inizi a salire in vista del circuito finale che passerà da Gorizia a Nova Gorica. A complicare quella che potrebbe essere l’ennesima volata di gruppo il fatto che sul traguardo piova parecchio: situazione diversa in testa alla gara, dove Mirco Maestri batte sul traguardo volante Marcellusi, portandosi a casa i sei secondi di abbuono. L’ascesa verso il primo GpM di giornata, il 4a categoria di San Martino, vede un’accelerazione netta, cui i fuggitivi rispondono immediatamente: grande pubblico per le strade appena la carovana del Giro sconfina in Slovenia, con tantissimi cartelloni dedicati all’eroe di casa Primoz Roglic. Ad aggiudicarsi i punti per la classifica scalatori è il danese Asgreen, sicuramente il ciclista più forte tra i fuggitivi ma il lavoro di Josh Tarling contribuisce a ridurre pesantemente il vantaggio del quartetto. All’inizio del circuito cittadino, il gruppo rallenta in discesa per evitare cadute su un asfalto molto bagnato ed il vantaggio del trio di testa torna sopra il minuto. L’acciottolato di Gorizia e le strade strette causano una caduta nel gruppo che coinvolge sia la maglia rosa Del Toro che la maglia ciclamino Pedersen: i due riescono a riprendere dopo qualche minuto mentre ad avere la peggio, purtroppo, è Giulio Ciccone. Brutta botta per l’azzurro che è dolorante dopo aver colpito il marciapiede: riesce a ripartire ma ha perso più di cinque minuti. Arrivare al traguardo sarà una sofferenza infinita per il ciclista abruzzese.

Ci vuole qualche minuto prima di capire quali dei ciclisti top siano rimasti coinvolti nella caduta e se siano riusciti a riportarsi nel gruppo maglia rosa, che a 15 chilometri dall’arrivo ha una trentina di secondi da recuperare al trio di testa. Al momento risultano attardati sia Primoz Roglic che Egan Bernal e Juan Ayuso ma è possibile che riescano ad evitare di perdere una trentina secondi nella classifica generale. Un minuto dietro l’azzurro Antonio Tiberi, che rischia di perdere parecchie posizioni ed è dolorante dopo che ha sbattuto pesantemente a terra nella caduta. Nel frattempo il lavoro della Alpecin e della Visma fa sì che il vantaggio dei fuggitivi si assottigli chilometro dopo chilometro: un arrivo in volata è sempre più probabile. La cosa non va a genio ad Asgreen, che saluta i compagni di fuga e prova ad usare il suo gran passo per arrivare da solo al traguardo. Il gruppo maglia rosa sta andando fortissimo: con i distacchi sempre più importanti, questa tappa potrebbe causare grossi scossoni nella classifica generale. Gli ultimi chilometri sono un assolo imperioso per Kasper Asgreen, con il danese che spinge forte sui pedali e vince in splendida solitudine sul traguardo di Nova Gorica. La volata per il secondo posto vede Kaden Groves spuntarla su Olav Kooij ma l’attenzione si è spostata sulla classifica generale, dove Roglic e Ayuso perderanno circa 45 secondi dalla maglia rosa Del Toro.
La prossima tappa
Chiudere la seconda settimana della corsa rosa con l’ascesa del Monte Grappa in una tappa ben oltre i 200 chilometri sembra la ricetta perfetta per un grande spettacolo. Tappa lunga, di alta montagna, abbastanza per mettere a dura prova la resistenza anche dei migliori passisti ed offrire tante possibilità di scompaginare le carte. Si parte subito forte, con il ripidissimo Muro di Ca’ del Poggio, per poi passare a salite lunghe e complicate.

Anche se non dal versante più duro, i 25 chilometri al 5,7% di pendenza media del Monte Grappa sembrano perfetti per un attacco importante, anche se dopo lo scollinamento mancheranno ancora 91 chilometri all’arrivo.
Dopo una discesa ripida e molto tecnica avremo un finale ondulato fino all’ascesa finale verso Dori: le pendenze non sono mai sopra il 10% ma con tante salite sulle gambe qualcuno potrebbe andare in crisi. Gli ultimi 28 chilometri fino all’altopiano di Asiago saranno nervosi e le squadre top avranno un bel daffare per tenere la situazione sotto controllo.
La classifica
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