nostro inviato a Milanello
Dieci domande con dieci risposte. Se tutte sincere lo misureremo tra qualche settimana. Ancelotti si sottopone volentieri al terzo grado, segno di una serenità interna che molto vuol dire.
Perché, caro Ancelotti, il Milan a dispetto dei numeri (12 punti, 1 gol subito, 11 segnati nelle ultime 5 partite) gioca male?
«Perché siamo stati ordinati ma lenti e perché Kakà, la pedina che può dare velocità e spettacolarità ai nostri attacchi, non è ancora al meglio della condizione».
Perché Kakà è così in ritardo rispetto ai suoi tempi canonici di recupero?
«Perché è stato due mesi fuori a causa di un infortunio molto serio al piede che gli ha impedito di allenarsi. Quindi, oltre a stare fermo, ha perso anche lo stato di forma. Adesso è una settimana che lo sta ritrovando».
Perché allora Seedorf gioca sempre, nonostante i fischi del pubblico milanista?
«Se fosse per quelli sarebbe un buon motivo per farlo giocare, a prescindere. Seedorf gioca perché nei momenti decisivi di ogni stagione, il suo contributo è stato di altissimo livello: oltre che buona tecnica, ha grande personalità. E anche a Verona è risultato l'uomo-chiave della sfida».
Perché all'improvviso è sparito dal Milan Beckham?
«Perché David ha avuto nelle settimane passate un problema alla spalla e questo gli ha impedito di lavorare sodo e di migliorare la sua performance fisica. Dall'inizio di questa settimana ha recuperato ed è tornato ai livelli consueti».
Perché Ronaldinho continua a non avere chanche da titolare?
«A Inzaghi chi glielo dice di stare fuori? Ronaldinho si è attardato per l'infortunio ma già col Lecce è entrato ed ha fatto bene. Il punto è un altro: in questo Milan nessuno può avere la garanzia di essere sempre titolare».
Perché Kakà continua a ripetere che il ciclo dell'attuale Milan è praticamente finito?
«Non fatemi fare la figura dell'allenatore che tira le orecchie a Kakà. Anche se si tratta di un ragazzo intelligente, qualche volta può sbagliare analisi. Il ciclo del Milan attuale non può essere finito: finchè ci sarà Silvio Berlusconi presidente, il ciclo del Milan continuerà. Come rinforzo ha suggerito Gerrard: certo non ha avuto una grande fantasia».
Di quanti rinforzi avrà bisogno il prossimo Milan per tornare a essere competitivo in campionato e Champions?
«Ha bisogno solo di qualche innesto, non è una squadra da buttare via come qualcuno può pensare. Io sostengo con convinzione che in circolazione non ci sia un'altra squadra dotata di un gruppo del livello del nostro: prendete i centrocampisti, persino Gattuso e Pirlo che sono sui 30 anni, chi ne possiede di più bravi? A quell'età un calciatore è al meglio della propria carriera. Non c'è bisogno di fare follie sul mercato. Prendete Borriello: potenzialmente è uno da 20 gol l'anno, quest'anno è stato fermo per infortunio ma l'anno venturo tornerà e darà il suo contributo».
Perché i calciatori del Milan non sanno niente di sicuro sul suo futuro?
«Ho letto che Paolo Maldini riferisce di chiedermi tutti i giorni: ma resti o vai via? Io gli rispondo così: ma tu che fai, continui o smetti? Sotto questo aspetto non ci sono novità e penso che non ce ne saranno».
Perché allora si è messo a studiare l'inglese?
«L'ho deciso da tempi non sospetti. Dell'inglese c'è bisogno per girare il mondo non solo per allenare in Inghilterra».
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