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Il ciclone Stoner stende Valentino E Pedrosa se la ride

Il Dottore: «Ho sbagliato e così gli ho dato più fiducia»

da Assen (Olanda)

Il dominio di Casey Stoner coincide con il tonfo di Valentino Rossi e così si riapre completamente il mondiale.
«Prima di Donigton - sorride il pilota della Ducati - non pensavo certo al campionato, ma questi due successi hanno cambiato la situazione. I punti da recuperare sono ancora tanti, ma adesso so di poter essere competitivo in ogni GP: è bello sapere di avere una nuova possibilità per il titolo».
La dimostrazione di forza di Stoner è stata impressionante, tanto da incidere sul morale degli avversari e non solo sulla classifica.
«Casey è stato così veloce che non lo vedevo nemmeno guardando il più lontano possibile» ammette sconsolato Daniel Pedrosa, secondo al traguardo e nuovo capoclassifica del mondiale. È andata ancora peggio a Rossi, 11° a 46 secondi dall'australiano, dopo essere finito a terra quattro curve dopo il via. Un errore insolito per Valentino, arrivato lungo in frenata proprio nel tentativo di non far scappare il rivale della Ducati, già in testa alla corsa. Dopo quanto successo nelle prove, con Stoner nettamente più veloce di tutti gli altri, il campione della Yamaha sapeva benissimo che concedere a Casey troppo vantaggio avrebbe compromesso definitivamente le sue possibilità di vittoria. Per questo, dopo l'ennesima brutta partenza, Rossi ha forzato i tempi, ha cercato di recuperare subito le posizioni perse allo spegnersi del semaforo e ha forzata una staccata, commettendo però un errore e finendo addosso all'incolpevole Randy De Puniet.
«Gli chiedo scusa - ammette lo sbaglio Valentino -. Arrivato alla prima curva a sinistra, ho visto che ero troppo lungo, ho spinto forte sul pedale del freno posteriore e la ruota si è bloccata. La realtà è che per un problema meccanico, credo alla frizione, la Yamaha è in difficoltà in partenza e così al via perdo sempre due o tre posizioni».
Non te lo puoi permettere nella MotoGP di oggi e, soprattutto, contro lo Stoner delle ultime due gare, tornato quello del 2007.
Rossi lo sa: «Ero molto adirato per l'errore commesso e avevo così tanta rabbia in corpo che se la moto non fosse ripartita sarei andato avanti a piedi… È stato un doppio smacco, perché senza la scivolata avrei potuto addirittura dare fastidio a Stoner, mentre così gli ho permesso di prendere ancora più fiducia nelle sue forze».
Valentino aveva veramente la possibilità di stare insieme a Casey, perché nonostante un semi-manubrio storto e la parziale rottura della leva del cambio, ha girato in tempi strepitosi, che gli hanno permesso di recuperare oltre 25 secondi a Melandri ed Elias e di conquistare così cinque punti, che potrebbero essere fondamentali alla fine del campionato. Anche senza la caduta, sarebbe stato comunque difficile impedire a Stoner di salire sul gradino più alto del podio, perché l'australiano della Ducati ha corso in scioltezza e aveva quindi del margine, ma sicuramente Rossi lo avrebbe messo più sotto pressione. E, forse, si sarebbe assistito una gara più spettacolare. Invece, purtroppo, la MotoGP assomiglia sempre più alla F.1: noiosa, senza sorpassi, con le posizioni cristallizzate dal primo all'ultimo giro. In compenso, la sfida per il mondiale è incerta come non mai: a metà campionato esatto, Pedrosa ha quattro punti di vantaggio su Rossi e 29 su Stoner, con un sostanziale equilibrio tecnico. Tra i tre, lo spagnolo è il meno aggressivo, ma anche il più regolare, tanto che in nove gare è solito otto volte sul podio e ha un quarto posto come miglior risultato.

Una bella sfida, che potrebbe protrarsi fino all'ultima gara di Valencia.

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