Cigno trovato in via Crespi, liberato alla cava di Basiglio

Escluso il pericolo che il volatile fosse malato, i carabinieri hanno chiamato l’associazione Croce Vita 2000

Gioia Locati

Camminava tutto solo, con aria regale, in via Gaetano Crespi: uno splendido cigno bianco. Era sabato mattina e da quelle parti, zona Rubattino, non c’era un’anima. Lui si spostava dal marciapiede alla carreggiata con l’aria sicura di chi, prima o poi, avrebbe ripreso a nuotare in una pozza d’acqua. Qualcuno lo nota e, senza avvicinarsi (in tempi d’aviaria la prudenza è d’obbligo) chiama i carabinieri. I militari del nucleo radiomobile escludono subito che il volatile abbia contratto il virus dei polli.
«I carabinieri saranno arrivati intorno alle 10 - ha raccontato Giulia Chiaia responsabile di «Croce Vita 2000», l’associazione che si è fatta carico del cigno nelle ore successive - hanno chiamato vari gruppi animalisti: ho risposto io ed eccomi qui». Giulia Chiaia si è presentata con la sua automobile e una giovane volontaria: «I militari hanno raccolto il volatile con un lenzuolo e lo hanno riposto sul mio sedile. Il cigno non ha opposto resistenza. L’ho portato da un veterinario, è stato visitato e siamo state rassicurate: era sano come un pesce». Resta da spiegare come sia finito un cigno in mezzo al cemento di Lambrate. Ma come in ogni storia che si rispetti quel che conta è il finale: «A quel punto ho chiamato i pompieri e ho chiesto loro dove poterlo liberare - ha continuato la signora -. Mi hanno suggerito i navigli, la darsena è infatti provvista di un comodo scivolo. Ma in questi giorni c’è la pulizia e un gran trambusto, non potevamo proprio lasciarlo lì. Così abbiamo proseguito fino a Milano 3. Lì i vigili ci hanno suggerito di tornare il lunedì successivo. Sinceramente sarebbe stato un problema per noi custodire il cigno per tutto il fine settimana. Mentre eravamo in macchina ad arrovellarci, un vigilante privato si è offerto di accompagnarci alla cava, lì infatti, avremmo potuto inserirlo».

Così la piccola automobile della signora Giulia Chiaia - che verrà presto sostituita da una ambulanza nuova di zecca - ha ingranato la marcia verso la cava di Basiglio. «È stato meraviglioso liberarlo - ha concluso -. Una scena bucolica, il cigno regale ha aperto le ali, sull’acqua finalmente, sembrava un veliero».

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