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Cina Diventano islamici per poter lavorare alla Mecca

Con l'economia mondiale non ancora pienamente in carreggiata, per tenersi stretto il lavoro si farebbe quasi di tutto. Compreso, sembra, abbandonare i principi con cui si è cresciuti e, perché no, cambiare religione o scoprirsi immediatamente fedeli. È quanto è successo a oltre 3mila cinesi, tecnici specializzati, ingegneri, operai: tutti assieme hanno abbandonato il confucianesimo, il buddismo o persino i precetti laici imposti da Mao con la Rivoluzione culturale per abbracciare l'islam. L'hanno fatto perché altrimenti la loro azienda, la China railway engineering corporation, avrebbe perso una commessa da un miliardo di dollari per costruire la linea ad alta velocità fra la Mecca e Al-Taif.
Già, perché, secondo i precetti della religione rivelata da Maometto, il suolo della Mecca può essere calpestato solo dai fedeli. La legge islamica parla chiaro e questo stava mettendo in difficoltà l'azienda cinese, che pure aveva vinto l'appalto per la costruzione del treno superveloce che dovrebbe risolvere i problemi di viabilità durante l'Hajj, il periodo in cui i musulmani di tutto il mondo compiono il pellegrinaggio alla Mecca.

E allora quale poteva essere la soluzione se non una spontanea, sincera conversione all'islam? Detto fatto, i 660 operai e tecnici che devono lavorare nella città santa dei musulmani hanno proclamato la formula rituale, la shahada, dichiarando fedeltà all’islam.

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