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Cina, Prodi: "Non ho parlato dei titoli di Stato" Ma il professore fa l'ambasciatore di Pechino

Da qualche anno il professore ha un rapporto privilegiato con Pechino. Ai massimi dirigenti spiega la situazione politica italiana. La sua ultima missione è "sdoganare" la Cina, concedendo lo status di economia pienamente di mercato, come richiesto dal premier cinese Wen Jiabao all’Europa

Cina, Prodi: "Non ho parlato dei titoli di Stato" 
Ma il professore fa l'ambasciatore di Pechino

Pechino - Prodi è ormai lanciatissimo nella sua nuova missione. Far sbarcare la Cina, a pieno titolo, nel cuore dell'Europa e in particolare in Italia. Da un po' di tempo - da quando persa la fiducia in parlamento ha dovuto lasciare Palazzo Chigi, nel 2008 - il professore frequenta moltissimo Pechino e dintorni. Tiene lezioni e conferenze. E' considerato un grande esperto di economia. In questo momento si trova in Cina per un convegno e una serie di incontri con i massimi dirigenti cinesi, tra cui il vicepremier Li Keqiang.

Qualcuno ha adombrato il sospetto che il professore abbia parlato, coi dirigenti cinesi, in merito all'acquisto da parte loro dei titoli di Stato italiano. Ma lui ha tenuto a precisare di non aver affrontato il problema con nessuno dei suoi interlocutori: "Sarebbe stato irragionevole. Quando mi è stato chiesto ho fatto un quadro sereno del nostro Paese, per esempio facendo presente che il nostro deficit è minimo rispetto a quello degli Usa". Con Li Keqiang, ha proseguito "abbiamo parlato dei rapporti tra Cina ed Europa, soprattutto con riferimento al Medio Oriente e al Mediterraneo e naturalmente euro, ma non sui titoli".

"Abbiamo fatto queste discussioni generali che sono utili ma che non entrano per nulla nel problema dei titoli. Mi chiedo se sono più patriottici gli italiani che li vendono o i cinesi che li comprano? Mi sembra una domanda seria". "Salvo aver parlato bene del mio Paese non ho assolutamente toccato questi temi... anche perché se lo facessi, il governo farebbe tutto il contrario", ha concluso, scherzando, il professore. 

Il riconoscimento alla Cina dello status di economia pienamente di mercato, richiesto oggi dal premier cinese Wen Jiabao all’Europa, "va proposto dall’Unione europea - ha detto Prodi - prima che lo propongano gli Usa. È un ragionamento molto semplice", ha aggiunto il professore. Secondo Prodi il riconoscimento deve però essere fatto in cambio di garanzie da parte della Cina. Poi ha aggiunto: "Non è una cosa così strana, Chirac e io l’avevamo proposto nove anni fa". 

Lezioni di economia in tv In attesa di partire con il programma su La7 Prodi fa le prove sulla tv cinese. Il professore ha fatto un intervento su Cctv2, canale della tv pubblica, nel programma Dialogue. L’ex presidente del Consiglio italiano ed ex presidente della Commissione europea parlerà della crisi internazionale, dei problemi dell’europa e del ruolo della cina di cui è profondo conoscitore. L’intervento di Prodi durerà circa due ore.

Il rapporto Italia-Cina "E' necessario e fondamentale recuperare il rapporto con la Cina. Meglio tardi che mai", dice il professore a Radio 24. "Non ci voleva un genio per capire cosa era la Cina, se non si è in Cina è come non avere i piedi del mondo". Un consiglio al nostro governo? "Ognuna delle due parti deve guadagnare qualcosa. Loro hanno paura di essere schiacciati in un rapporto a due con gli Usa e per loro l’Europa diventa un punto di riferimento straordinario. Non sono tanto sicuri di un rapporto mondiale solo a due, anzi ,vogliono l’europa come interlocutore. L’italia deve capire". Incalzato Prodi esce allo scoperto: "Tremonti e Berlusconi non mi chiederanno di mediare con la Cina, ma io sono sempre al servizio del mio paese...

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