Politica

La Cina scopre la democrazia grazie a una gara per Veline

Giuseppe De Bellis

È come se l’Italia avesse conquistato la democrazia grazie a Veline. La Cina ha Supergirl che è quasi la stessa cosa, anzi è un misto tra Veline e la Corrida. Dilettanti allo sbaraglio sì, purché ragazze giovani e possibilmente carine. Gare di canto e di recitazione, la gente a casa a guardare, fare il tifo e votare per la sua preferita. Il caso televisivo dell’anno: una media di 300 milioni di telespettatori, diventati 400 per l’ultima puntata, andata in onda negli ultimi giorni d’agosto. Il successo enorme ha trasformato Supergirl nello specchio del dibattito politico-sociale cinese. Perché il giorno della finale, oltre a un giuria di gente dello spettacolo e ad un migliaio di spettatori presenti negli studi, hanno votato attraverso i messaggi inviati con i cellulari otto milioni di telespettatori. Otto milioni di sms per cercare di far vincere una concorrente piuttosto che un’altra. Poi il fenomeno s’è spostato sul web: attraverso i blog e le chat line, su Internet i cinesi hanno cominciato a discutere di tutto, dai capelli dei concorrenti, agli ombelichi scoperti. Se ne sono accorti i giornali: China Daily News ha pubblicato un commento in prima pagina. Altri, compresi i difensori dell’ortodossia comunista, sono stati costretti a parlare di Supergirl.
Commenti, analisi, giudizi e le cronache puntuali della trasmissione: dopo una competizione feroce, durata sei mesi, tra le quattro finaliste ha vinto una giovane di 21 anni di nome Li Yuchun, che porta i capelli corti e viene definita di solito «mascolina» o «adrogina» mentre solo qualche audace, protetto dall'anonimato delle chat line, la chiama apertamente «lesbica».
Più che il dibattito, sorprendentemente aperto, sui costumi sessuali, colpisce quello «politico», che ricorre spesso nella discussione. Ecco alcuni esempi. Una persona che si firma solo «Anti» ha scritto: «non credo che nella mia vita potrò mai votare per un presidente della Repubblica, ma almeno posso scegliere tra le ragazze quella che mi piace di più». Un altro nota come, durante la lunga vicenda di «supergirl», «...il Partito ed il governo sono spariti dalla scena. Storicamente, il Partito e il governo sono stati al centro di tutto, ma quando erano in scena le supergirl sono spariti completamente... Coloro che sono stati padroni assoluti per decenni sono stati soggetti ad un oblio e ad un imbarazzo senza precedenti». Qualcuno nel Partito deve aver notato la stessa cosa, se un lungo articolo di analisi della trasmissione è comparso sulla prima pagina del China Daily, uno dei tanti giornali ufficiali. Nell'articolo viene citato Zhu Dake, un esperto di comunicazioni, che individua nella «partecipazione del pubblico» il motivo del clamoroso successo di Supergirl, l’unica trasmissione ad aver superato in ascolti la tradizionale kermesse nazional-popolare diffusa ogni anno per il Capodanno Lunare dalla televisione di Stato, la Cctv. Zhu afferma che il sistema di voto attraverso gli Sms (che, tra l'altro, implica anche un costo, anche se minimo, per chi invia il messaggio) «ha indicato la strada per una democrazia culturale». «È come un gioco gigantesco che ha portato milioni di persone ad un'euforia di votare e scegliere, un segno che la società si sta aprendo». Il South China Morning Post di Hong Kong, saggiamente, ha ricordato che «la democrazia non è mandare messaggi Sms o prendere il telecomando per cambiare canale, è la gente che ha il diritto di scegliere il proprio governo, e i programmi televisivi non la forniscono...». Giusto. Intanto, però, difficilmente l'anno prossimo Supergirl, che è stata ideata da una rete televisiva minore (Hunan Tv), quella della provincia dell'Hunan, possa ripetere lo strepitoso successo perché sembra che verrà bloccata. Raggiunta per telefono da un giornalista cinese, Li Yuchun afferma di non sapere nulla e rifiuta di concedere un'intervista perché «troppo occupata» col suo nuovo lavoro: modella per la pubblicità.

Come un’occidentale.

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