Fa quasi sorridere pensare ai tanti «testamenti spirituali» con i quali i soloni del grande schermo hanno bollato tutte le ultime produzioni di Manoel de Oliveira. Il quale, superati i cento, non ha la minima intenzione di abbandonare una carriera che gli ha riservato, tardivamente, dagli anni Novanta in poi, il giusto riconoscimento internazionale. Da oggi, anche la Cineteca Italiana gli dedica allo Spazio Oberdan una interessante rassegna per presentare, in maniera esaustiva, il suo linguaggio sperimentale, il suo lirismo originale e anticonvenzionale, la sua cervellotica ricerca estetica che fa a pugni con i «sacri crismi» dei blockbuster. La panoramica non può, logicamente, servire un menu completo vista la lunga attività dellinossidabile portoghese ma gli assaggi sono azzeccati per non dire gustosi e con «piatti» introvabili in Italia. Il tutto condensato in venti lungometraggi e nove corti, alcuni in lingua originale con sottotitoli. Oggi, si parte con La valle del peccato (avete presente Madame Bovary? Insaporitelo in salsa lusitana, ore 20.15) e, soprattutto, con il bellissimo Ritorno a casa affidato allinterpretazione di un immenso Michel Piccoli.
In vena di chicche, però, segnatevi lappuntamento del 27 quando saranno presentati i corti Hulha Branca e Portugal já Faz Automóveis che precedono il suo primo lungometraggio Aniki-Bóbó, interpretato da ragazzi di strada (info: www.cinetecamilano.it).Cinema De Oliveira, rassegna allOberdan
RICORDO La Cineteca Italiana ripropone il film di Michele Placido ispirato al delitto
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