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"Il debito", l'ufficiale nazista che ha ispirato uno dei personaggi

Il debito è una pellicola di finzione che, tuttavia, si ispira a uno dei personaggi più violenti e spaventosi del Terzo Reich: l'angelo della morte

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Il debito è la pellicola diretta da John Madden che va in onda questa sera alle 21.00 su Iris. Si tratta di un remake di un film israeliano dal titolo Hav-Hov diretto da Assaf Bernstein.

Il debito, la trama

Rachel Singer (Jessica Chastain), David Peretz (Sam Worthington) e Stephen Gold (Marton Csokas) sono tre agenti del Mossad, i servizi segreti isrealiani, che vengono incaricati di individuare e arrestare Dieter Vogel, il chirurgo nazista in attività al campo di sterminio di Birkenau durante la Seconda Guerra Mondiale. Tuttavia la missione non va affatto come previsto e i tre agenti sono costretti a improvvisare, costruendo intorno a sé un'aurea di eroismo immeritato. Trent'anni dopo Rachel (Helen Mirren) e Stephen (Tom Wilkison) devono affrontare il segreto che hanno celato per così tanto tempo, mentre la loro figlia, Sarah (Romi Aboulafia), decide di scrivere un libro sull'atto eroico compiuto dai genitori tanto tempo prima. Proprio questo progetto sarà l'inizio di un vortice di tragedie e sfide, che porterà i protagonisti ad affrontare tutto ciò da cui stanno scappando da trent'anni.

La terribile ispirazione dietro il film

Il debito è un film ambientato nel 1965, quando gli orrori della Seconda Guerra Mondiale erano pronti per essere lasciati alle spalle. Ma gli anni Sessanta erano anche gli anni in cui veniva data la caccia ai nazisti latitanti, come accadde nel caso di Wiesenthal, sopravvissuto al campo di concentramento, che dedicò la sua vita a rintracciare i nazisti scappati che si nascondevano nella società statunitense. Ad esempio, Wiesenthal è storicamente considerato un personaggio chiave per l'arresto di Eichman, che venne poi ucciso in Israele nel 1962. Non sorprende, dunque, che John Madden e la sceneggiatrice Jane Goldman abbiano scelto proprio gli anni Sessanta per il primo capitolo de Il debito, in cui i protagonisti danno la caccia a una figura spaventosa dell'Olocausto, un chirurgo senza scrupoli interpretato da Jesper Christensen. Secondo quanto riporta il sito dell'Internet Movie Data Base, il dottore spietato a cui i protagonisti danno la caccia in questa pellicola è liberamente ispirato a Josef Mengele, ufficiale nazista delle SS che è passato alla storia per i terribili esperimenti perpetrati mentre era al servizio del Terzo Reich e, in particolar modo, negli anni passati al campo di sterminio di Auschwitz.

Nella ricostruzione biografica fatta dalla Treccani, ad esempio, si legge di come il medico utilizzò i suoi studi per torturare fino alla morte coppie di gemelli, soprattutto bambini e adolescenti. Dagli esami più di routine a vere e proprie torture - come, ad esempio, iniettare veleni negli occhi e nel sangue, per conoscere la sopportazione del dolore -, Mengele è passato alla storia con l'appellativo di Angelo della Morte. I suoi studi, così come la sua convinzione che ebrei, rom, e tutti coloro che non rientravano nella razza per come era considerata dal governo tedesco erano dei "subumani", Mengele viene comunemente considerato come uno dei peggiori criminali di guerra.

Su Inside Over, inoltre, si legge di come il medico/scienziato sia riuscito a fuggire alla cattura, vivendo più o meno serenamente in America Latina fino alla morte, avvenuta nel 1979, a volte utilizzando persino la sua vera identità, senza che i servizi segreti riuscissero a identificarlo. L'aspetto più spaventoso della storia di Mengele è che non fu uno "scienziato folle" sedotto da un'ideologia: la caduta del Reich e la morte di Hitler non significarono pressoché nulla per lui. Non era l'ideologia nazista ad averlo appassionato, ma la sua ossessione macabra e brutale per l'eugenetica e la biologia dei gemelli, tanto da essere considerato responsabile del caso dei gemelli di Cândido Godói.

Si tratta di un paese dove le gravidanze sono ad alta percentuale gemellare: evento che è stato fatto risalire a Mengele e agli esperimenti che presumibilmente ha continuato a svolgere con la scusa di curare la gente del luogo, iniettando medicinali sperimentali nelle vene delle donne in gravidanza.

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