Matilda De Angelis impari da Tamberi. L’ex aequo è la vittoria della maturità

L’attrice “offesa” per l'assegnazione del Nastro d’Argento condivisa con Elodie. Tamberi orgoglioso di aver “fatto a metà” la medaglia d’oro alle Olimpiadi di Tokyo 2020 con “l’amico Barshim”. Sono i due volti di un'Italia dai caratteri opposti

Matilda De Angelis impari da Tamberi. L’ex aequo è la vittoria della maturità
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L’attrice («...per mancanza di set», chioserebbe Dagospia) Matilda De Angelis, 30 anni, conosce - di sicuro - la locuzione latina «Ex aequo et bono» («Da quanto è giusto e buono») che in ambito giuridico indica la decisione di un giudice basata sull'equità, piuttosto che sulla rigorosa applicazione delle leggi. Nonostante ciò la talentuosa interprete si è lasciata andare a dichiarazioni polemiche. Oggetto del contendere: l’assegnazione - «ex aequo», appunto - a lei e a Elodie del Nastro d’Argento come migliori attrici non protagoniste del film diretto da Mario Martone, «Fuori».

Un epilogo non condiviso da De Angelis che ha dichiarato al «Fatto Quotidiano»: «È molto strano vincere un premio insieme a un’altra persona. Lo trovo molto irrispettoso, nel senso che ognuno di noi è un individuo singolo», ha dichiarato»; e poi: «Quando togli la singolarità, togli la personalità, l’impegno, l’unicità, la particolarità. Per me è insensato dare un premio condiviso con un’altra persona».

Ma non tutti la pensano come lei. Ad esempio, nel mondo dello sport (che ha molti punti in comune con quello dello spettacolo), l’ex aequo è stato considerato da molti campioni un valore e non certo una diminutio. Gli esempi, nel passato, sono tanti e riguardano varie discipline. Ci limitiamo a ricordare quello più recente e più prestigioso: la condivisione di un oro nella competizione più importante del mondo, le Olimpiadi. È proprio infatti ai Giochi di Tokyo 2020 che l’azzurro Gianmarco Tamberi decise «con gioia e orgoglio» di dividere il podio più alto insieme all’amico-rivale Mutaz Essa Barshim che, come lui, si era fermato nella gara di salto in alto a quota 2.37 al termine di una finale stellare: una scelta spettata agli atleti che dopo una situazione di perfetta parità (dopo i tre errori a 2.39) decisero di «fare a metà» la medaglia più preziosa.

De Angelis che si dice offesa per un Nastro d'Argento tagliato in due; Tamberi che rivendica la "soddisfazione" di spezzare con "l'altro" una medaglia che è il coronamento di anni di fatica e sacrifici: le due facce di un’Italia dai caratteri opposti. Liberi di scegliere da che parte stare. Senza false ipocrisie.

Coscienti del fatto che nello spettacolo come nello sport (ma pure nella vita normale di tutti i giorni) una dose di sano egoismo non fa male, anzi. Ma anche sapersi spogliare - almeno qualche volta - del proprio egoismo narcisistico sarebbe qualcosa da non sottovalutare, magari annodandoselo a un nastro. Perché no, d’argento.

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