Citigroup Accordo con Morgan Stanley: è la fine della banca universale

I 45 miliardi di dollari stanziati dal Tesoro americano non sono bastati: Citigroup, in lotta per la sopravvivenza, si prepara a dire addio all’idea di banca universale, sacrificando sull’altare della liquidità anche il gioiello di famiglia, Smith Barney, destinato a essere ceduto per una quota rilevante a Morgan Stanley, dando vita al gigante del brokeraggio. Secondo indiscrezioni riportate dal «Financial Times», la banca si prepara ad annunciare un vasto piano di riorganizzazione, basato sulla separazione fra le operazioni di banca commerciale e quelle legate all’investment banking, smantellando l’originale progetto del 1998 quando nacque dalla fusione fra Citicorp e Travelers. Separando le attività, infatti, Citigroup diverrà simile alla vecchia Citicorp, cioè una banca commerciale globale e retail nella quale non saranno più comprese le più rischiose attività di investment banking e quelle legate ai subprime.
La riorganizzazione di Citigroup andrebbe ad aggiungersi allo spin off di Smith Barney, il 51% è stato ceduto a Morgan Stanley per 2-3 miliardi di dollari, e per la banca si tradurrebbe nel concentrarsi sul retail in selezionati mercati sparsi per il mondo. L’accordo per Smith Barney dovrebbe essere reso noto a breve, mentre la più complessa riorganizzazione potrebbe essere svelata - secondo indiscrezioni - il prossimo 22 gennaio, quando la banca, che nel quarto trimestre ha perso in media 100 milioni di dollari al giorno, alzerà ancora una volta il velo su conti in profondo rosso. Fra le opzioni allo studio di Citigroup per rivedere il proprio modello di business ci sarebbe il ricorso al modello «good bank-bad bank» attraverso il quale la banca creerebbe una nuova società in grado di accogliere il proprio core-business.

Ma anche la vendita potrebbe non bastare: a giorni potrebbe essere annunciata una nuova «direzione corporate» per la banca dall’ad Vikram Pandit, già nell’occhio del ciclone in seguito ai risultati deludenti della società. Il governo aveva premuto affinché la banca operasse un cambio dei vertici, ma il board si è opposto.

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