Citroën è da sempre molto sensibile ai temi dell’ecologia

I numeri non lasciano spazio a dubbi. Il 55% dei veicoli commercializzati da Citroën registrano emissioni di Co2 inferiori a 140 grammi per chilometro e il 24% hanno emissioni inferiori a 120 g/km. La casa francese rappresenta l’11% del mercato europeo di veicoli con emissioni inferiori a 141 grammi di Co2 per km. Citroën ha venduto oltre 500mila veicoli con filtro antiparticolato.
Per un costruttore generalista è qualcosa di più che attenzione all’ambiente, è un modo di produrre auto in maniera moderna, intelligente e proiettata già nel prossimo decennio. Un progetto globale che va dal lancio del marchio Airdream, che definisce le caratteristiche ecologiche dei veicoli dell’intera gamma a un nuovo modello come C4 BioFlex, con motore alimentato a Superetanolo E85 e comprende le due ultime concept-car, quali C-Cactus - auto essenziale che permette di accedere alla tecnologia ibrida Hdi al costo di una berlina familiare - e C5 Airscape, un cabriolet di alta gamma che abbina ecologia e piacere di guida.
È una storia che parte da lontano: la casa francese è sempre stata impegnata nello sviluppo e nella commercializzazione di veicoli dotati di tecnologie per la protezione dell’ambiente. Basti pensare che già nel 1995 produceva un veicolo «zero emission», l’Ax elettrica. Citroën è stata anche una delle prime case a utilizzare il sistema Stop & Start su C2 e C3, con un beneficio in termini di consumi in ciclo urbano di circa il 10% (e fino al 15% in caso di circolazione intensa), pari a circa 15 g/km di Co2. E ancora ha svolto una funzione fondamentale nella diffusione del Fap (filtro antiparticolato), che oggi equipaggia la maggior parte dei motori Hdi portando notevoli risultati in termini di consumi e di emissioni inquinanti, con una riduzione dal 20 al 35% rispetto a un motore benzina di potenza equivalente. Queste tecnologie sono completate da due tipi di cambi manuali pilotati, SensoDrive (per C1, C2, C3 e C3 Pluriel) e Cmp6 (per C4, C4 Picasso e Grand C4 Picasso), che permettono di ridurre ulteriormente del 3-5% i consumi e le emissioni di Co2. Tutti concetti sperimentati su concept-car che hanno fatto epoca tra i prototipi: gli addetti ai lavori si ricordano benissimo della Xsara Dynalto, precursore del sistema Stop&Start (Ginevra, 1998) come della Saxo Dynavolt, elettrico con propulsore di supporto a due tempi e alternatore- motorino d’avviamento (Parigi, 1998).
E ancora il Berlingo Dynavolt, veicolo elettrico con motore di supporto, alimentato a GPL (Ginevra, 1999) e la Xsara Dynactive, modello che utilizzava la tecnologia ibrida parallela (Ginevra, 2000). E che non si tratti di soli esercizi di stile lo testimonia la presenza sul mercato di vetture come la C3 1.4i con alimentazione a metano o la C4 Hybride Hdi che abbina la resa eccezionale del diesel ai vantaggi del motore elettrico, particolarmente adatto ai percorsi urbani. Per chi non si sente ancora pronto a passare all’ibrido, c’ sempre la disponibilità del «magico» Fap, mai così d’attualità in questo periodo dove i sindaci stabiliscono leggi sempre più restrittive verso la circolazione.

Del Fap sono dotati, per esempio, il nuovo Berlingo Hdi 110 con marchio Airdream (e tra poco anche il 92 cv lo avrà) o la nuova C5 che monta il Fap su tutti e quattro i propulsori Hdi: 110, 138, 173 e il V6 208.
A dimostrazione che un’autovettura di serie può essere raffinata, potente e al tempo stesso estremamente rispettosa dell’ambiente.

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