«Una città aperta al bello sia di giorno che di notte»

L’Arcimboldi diventerà un polo delle arti, musica e cinema. La Triennale gratis tutto agosto

Sabrina Cottone

La missione non impossibile di Vittorio Sgarbi è (ri)fare di Milano una capitale mondiale della cultura. «Spero che con questo calendario possa ambire a essere la città internazionale che è» si augura il più esuberante degli assessori di Letizia Moratti. Il sindaco, «per totale accettazione del programma», l’ha lasciato «solo e abbandonato» a parlare di Basquiat e futurismo, ma non di sole mostre vive la cultura. Così, tanto per dare un primo assaggio della voglia di rompere gli schemi, il 14 ottobre in piazza della Borsa i graffitari buoni (i writers) potranno sfogarsi su pannelli mobili nel pieno del centro storico.
L’assessore un po’ di destra, un po’ di sinistra e un po’ di nessun luogo della politica, promette un patrocinio cittadino a tutte le iniziative culturali, incluse quelle di Provincia e Regione. Un timbro Milano che segni la fine degli antagonismi tra istituzioni. Il programma di Sgarbi è ambizioso, idee e progetti esondano, a tratti travalicano la capacità di ascolto, sembrano sogni e invece hanno date e titoli e delibere (con annessi stanziamenti) già approvate. Come la ristrutturazione degli Arcimboldi, che diventerà un polo delle arti, musica e teatro ma anche cinema, letteratura. Il nuovo organigramma (deciso venerdì scorso in giunta) prevede un presidente, un sovrintendente e cinque direttori artistici e per il ruolo di sovrintendente è in pole position il suo predecessore da assessore alla Cultura, Stefano Zecchi.
Milano «città aperta all’arte» e a tutte le ore. «In Italia è un progetto non realizzabile altrove, non c’è Roma, Firenze o Venezia che tenga», giura Sgarbi. Salta fuori il desiderio di illuminare di luci e di arte la città, renderla vivibile per il popolo della notte o almeno della sera, che è il pubblico ideale del Museo del design, che da ottobre alla Bovisa accoglierà i visitatori dalle dieci del mattino a mezzanotte. Lo annuncia il presidente della Triennale, Davide Rampello, felice di poter dire che i suoi saloni resteranno aperti per tutto agosto e i milanesi potranno visitarli gratis. Insieme a Tiziana Maiolo, assessore alle Attività produttive, Sgarbi ha in mente un progetto per accendere vie periferiche. Avrebbe tenuto aperto anche il Cenacolo di Leonardo in Santa Maria delle Grazie, ma i sindacati si sono opposti e così sarà possibile organizzare soltanto qualche weekend «lungo» in autunno.
Si rafforza la voglia di trascinare una rete Rai finalmente a Milano (sponsor del tema alla conferenza stampa il direttore dei Raidue, Antonio Marano) e creare in città un polo della fiction. Anche qui i progetti sono concreti, a partire dal programma Giù al Nord che avrà come protagonista Giorgio Faletti. «La Rai ci guadagnerà dall’essere a Milano. Tra i miei impegni come assessore c'è quello di impedire che la cultura in tv sia solo appannaggio di Marzullo o La Porta. Per questo puntiamo a un rilancio della sede Rai milanese» spiega convinto l’assessore.
C’è poi il gioiello, e cioè Brera, che per Sgarbi «sta a Milano come il Louvre sta a Parigi».

Peccato però che tutti coloro che vanno a Parigi visitano il Louvre, solo in pochi arrivano alla Pinacoteca. Il progetto della Grande Brera, però, non lo convince affatto. «La mia idea è realizzare una Fondazione. Come va di moda adesso convocherò un tavolo su Brera... ».

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