Migliaia di persone in piazza ieri mattina. Da una parte i convocati dalla Cgil che hanno sfilato colorati e chiassosi, ma come sempre pacifici, per chiedere più attenzione nei confronti del mondo del lavoro. Dallaltra gli studenti che di fronte al Provveditorato hanno tirato un po troppo la corda, rischiando di essere caricati dalle forze dellordine. Risultato convergente delle due iniziative, la città semi paralizzata con una decina di linee di tram e autobus bloccate, con macchine in coda e automobilisti sullorlo della crisi di nervi.
Le due manifestazioni sono partite verso le 9.30. I lavoratori dalla storica piazza Oberdan, tradizionale luogo di ritrovo per le manifestazioni. In migliaia hanno camminato lungo corso Venezia per dire no «ai licenziamenti, alla chiusura delle fabbriche, al precariato, alla disoccupazione, alla perdita del potere dacquisto dei salari e delle pensioni». Tra loro molti esponenti della sinistra, da Rifondazione comunista a Sinistra, ecologia e libertà ai Democratici, in testa il candidato Governatore Filippo Penati. «Siamo in 30mila» ha tuonato dal palco Onorio Rosati, segretario della camera del lavoro. Stime più attendibili si fermerebbero poco sopra i 5mila. Sufficienti tuttavia per inchiodare i tram 1, 2, 3, 4, 14, 16, 19, 27 e 24 e il bus 57.
Anche perché, sempre alle 9.30 in punto, era partito da Largo Cairoli il corteo degli studenti e a cui si sono accodati centri sociali, insegnanti e precari della scuola, per il «No Gelmini day», giornata di protesta contro la riforma della scuola varata dal ministro alla Pubblica Istruzione. Stessa guerra di numeri: 15mila per gli organizzatori, 3mila per un osservatore neutro. I ragazzi tra urla, insulti e inviti alle dimissioni per Berlusconi, Gelmini e Tremonti hanno attraversato il centro. Imbrattati muri e tram, anche se su 50 scritte contate, 40 erano «tag», cioè scarabocchi e sigle varie, e dieci slogan politici. «Almeno 10mila euro di danni solo per i muri, per i mezzi, aspettiamo la valutazione dellAtm» si lamentava alla fine il vice sindaco Riccardo De Corato. In corso di Porta Romana insulti e uova contro la scuola privata Giovanni XXIII. Poi il corteo ha piegato per via di Porta Vigentina, imboccato via Ripamonti per arrivare davanti al Provveditorato agli studi.
Qui è partito un nutrito lancio di carta igienica, simbolo di una scuola che «va a rotoli». E fin qui tutto bene. Poi un gruppetto di esaltati per poco non ha fatto degenerare la manifestazione, bersagliando le forze dellordine con sassi, bottiglie di vetro, monetine, uova e «gavettoni» di vernice.
Città bloccata dai cortei, tensione in Ripamonti
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