Li vedi camminare in tenuta antisommossa per le vie del centro, via Cesarea, piazza delle Vittoria con le protezioni sugli avambracci e sugli stinchi e non capisci bene come mai non indossino la solita divisa dordinanza. Poi guardi il calendario, fai mente locale e ti rendi conto che mancano solo un paio di giorni alla settimana di «passione» del G8.
Incontri, iniziative, mostre per ricordare il decennale del summit sono già iniziate da un pezzo. Ma i cortei e le manifestazioni di piazza, quella del 23 che spaventa più delle altre per possibili infiltrazioni, si concentreranno tutte in questi pochi giorni. E Genova è già una città militarizzata.
«Questa è unopera di prevenzione - dice lassessore alla mobilità del Comune, Simone Farello -. Se vengono prese delle misure di prevenzione, è meglio. Non sono decisioni assunte dallamministrazione genovese. Ma dalla Prefettura e dalla Questura». Un modo per garantire la tutela dei manifestanti che, si augura di cuore lassessore, saranno in prevalenza pacifici. «Se ci sarà richiesto dal Comitato sicurezza, un rinforzo delle misure di sicurezza, allora le assumeremo». Che tradotto significa che allinizio della prossima settimana, potrebbe essere vietata la sosta alle macchina in alcuni punti oppure potrebbero essere spostati «bersagli» come cassonetti della spazzatura. «Quando ci sono manifestazioni autorizzate, si garantisce il fatto che dove passa il corteo, lì si limita il traffico. Adesso noi siamo preparati a questo, non a misure straordinarie».
Ad ogni modo, vista la «disfunzione» comunicativa che cè stata laltro giorno quando gli uffici del Comune hanno reso nota per errore la mappa dei posti di blocco per il G8, meglio fare e dire le cose al momento giusto e non ragionare per ipotesi, precisa Farello.
«Era meglio che si comunicasse in maniera diversa, ma non si tratta del preavviso dell11 settembre. Cè stata una disfunzione negli uffici, non era un atto straordinario o una delibera del sindaco. Ma un documento degli uffici». Che ha avuto leffetto però di scatenare una caccia al «toto» posto di blocco, un po come quando alla vigilia della maturità la rete si scatena per anticipare la versione o il titolo del tema desame. «Non era certo un segreto dellFbi - continua Farello -. Oggi sul territorio avrebbero dovuto mettere la cartellonistica per i cittadini con il divieto di sosta».
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