Assegni al nucleo familiare: come funzionano, chi ne ha diritto e quanto spetta

Ecco come cambia il contributo per le famiglie escluse dall’Assegno Unico, sulla base delle nuove tabelle Inps

Assegni al nucleo familiare: come funzionano, chi ne ha diritto e quanto spetta
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Dallo scorso luglio sono scattati gli aggiornamenti per gli Assegni per il Nucleo Familiare (ANF), prestazione che sostiene i nuclei con redditi medio-bassi. Come ogni anno, l’adeguamento tiene conto della variazione dell’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (Foi) calcolato dall’Istat.

Per il periodo 2025-2026 la rivalutazione è stata pari a +0,8%, un incremento modesto, ma sufficiente a ricalibrare sia gli importi corrisposti ogni mese, sia le soglie di reddito necessarie per poterne beneficiare. Un adeguamento pensato per tenere conto dell’inflazione e garantire un sostegno stabile alle famiglie che non rientrano fra i destinatari dell’Assegno Unico, o di quei nuclei “dimenticati” dal sistema dei bonus. Ma vediamo di capire di più.

Chi riceve ancora l’ANF dopo l’Assegno Unico

Dall’introduzione dell’Assegno Unico e Universale nel marzo 2022, gli ANF non sono più riconosciuti ai nuclei con figli o orfani, che ora ricevono il contributo direttamente dall’Inps. Gli assegni familiari restano però in vigore per altre tipologie di famiglie: coniugi senza figli, fratelli, sorelle o nipoti a carico, oppure nuclei in cui è presente un componente inabile al lavoro.

Si tratta di un aiuto che continua a rappresentare una piccola ma importante integrazione per chi vive con un solo stipendio o ha carichi familiari particolari. Gli importi, come sempre, variano in base al reddito complessivo e alla composizione del nucleo.

Nuove tabelle in vigore fino a giugno 2026

Le nuove tabelle ANF, numerate dalla 19 alla 21D, resteranno valide fino al 30 giugno 2026. Ognuna di esse definisce importi e soglie di reddito a seconda del tipo di nucleo familiare (ad esempio con o senza inabili, o monoparentale).

Gli assegni possono essere corrisposti in forma giornaliera, settimanale o mensile, a seconda del rapporto di lavoro o della pensione. È previsto inoltre un aumento del 10% più 67,95 euro per ogni componente oltre il settimo, nei nuclei molto numerosi.

Qualche esempio pratico

Per dare un’idea: una coppia senza figli con reddito familiare annuo fino a 30 mila euro può ricevere fino a 301 euro al mese. Un nucleo monoparentale con un altro componente (che può essere un figlio, o un altro parente come un nonno) ha diritto a importi simili, mentre per famiglie senza figli e senza componenti inabili l’assegno può variare da circa 46 a 227 euro mensili, a seconda della fascia di reddito.

Nei casi in cui sia presente un componente inabile al lavoro, la cifra aumenta ulteriormente, fino a 249 euro al mese per i redditi più bassi.

Come verificare la propria fascia

Per conoscere il proprio importo aggiornato è possibile consultare la sezione dedicata agli Assegni per il Nucleo Familiare sul sito dell’Inps, dove sono disponibili tutte le tabelle aggiornate per il periodo luglio 2025–giugno 2026.

In alternativa, ci

si può rivolgere al proprio datore di lavoro, ad un Caf o a un patronato, che calcoleranno l’importo spettante in base al reddito familiare e alla composizione del nucleo.

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