Investimenti stellari

La tipografia del nonno, i Btp e il Monopoly. Carlo Cottarelli: "È importante fare beneficenza"

L'esperto di finanza racconta il suo rapporto con il denaro. “Diversificare è la regola, ma io non lo faccio per pigrizia.” Per l’economista la fortuna esiste ed è fondamentale aiutare chi ne ha avuta meno

Carlo Cottarelli
Carlo Cottarelli

La finanza è il suo pane quotidiano. Carlo Cottarelli, economista, professore universitario e senatore dimissionario della Repubblica Italiana ha raccontato a il Giornale.it il suo rapporto con il denaro e la sua strategia negli investimenti. La passione per l’economia viene tramandata di generazione in generazione. Chi meglio di lui può raccontare del proprio rapporto con il denaro? Un’intervista esclusiva ricca di curiosità.

È appassionato di Borsa e mercati finanziari?

“Più che appassionato seguo gli sviluppi della Borsa e professionalmente i temi finanziari sono quelli di cui mi occupo tutti i giorni.”

Quella per l'economia è una passione diventata un mestiere?

“Ho incominciato a fare l’economista proprio perché mi interessavano i temi di economia, posso dire che se anche non avessi fatto l’economista mi sarei appassionato ugualmente alla materia. Mio papà era laureato in Economia e Commercio, dopo Ragioneria. Mio nonno era professore di ragioneria. In casa circolavano libri di economia, io li guardavo e mi interessavo."

Chi ha il bernoccolo degli affari in famiglia?

“Dal lato paterno arriva la passione per lo studio dell’economia, mio nonno materno invece era un piccolo imprenditore, aveva una tipografia a Cremona, da lui ho preso la vena per gli affari.”

In generale preferisce occuparsi dei suoi affari o preferisce dare tutto al commercialista o persona di fiducia?

“Io mi occupo poco dei miei affari, meno di quanto dovrei e delego spesso ad un commercialista. Prima di fare il senatore mi occupavo di public speaking e per tutta la parte burocratica, inclusa la dichiarazione dei redditi, ho sempre fatto ricorso al commercialista. Per quanto riguarda la gestione del mio portafoglio finanziario e i miei risparmi, io applico un approccio contrario rispetto a quello che si dovrebbe fare. La teoria dice che si dovrebbero diversificare i propri investimenti, io invece ho puntato soltanto su due fondi di investimento e sui depositi bancari. Questo per pura pigrizia.”

Il successo è arrivato inatteso o era certo che sarebbe arrivato dove si trova adesso?

“Io ho fatto sempre le cose passo dopo passo. Sono un piccolo borghese che ha sempre mirato alla promozione e alla progressione interiore. Ho sempre guardato qual era il passaggio successivo alla promozione senza avere una previsione di lungo periodo.”

Il denaro è sinonimo di successo?

“In una certa misura sì. Se posso usare un termine tecnico, non c’è una relazione lineare tra denaro e successo. Ci possono essere degli aumenti di denaro che non sono correlati al successo e viceversa. In tutto questo è probabile che tra le persone che hanno successo vi siano coloro che hanno un reddito elevato. Dipende anche dall’interpretazione del concetto di successo. Successo vuol dire essere conosciuti oppure dal denaro che uno possiede in banca. In generale c’è comunque una correlazione tra i due.”

C’è una frase o un episodio della sua infanzia che hanno segnato il suo approccio con il denaro?

“Non riesco a pensare a uno in particolare. Giocavo a Monopoly e Alta Finanza, ma giocavo anche a Risiko e non sono diventato un militare!”

Quanto sono importanti i soldi per lei?

“Non sono importantissimi, ma ovviamente è meglio averli che non averli. Una fonte di reddito stabile dà più libertà nelle scelte personali rispetto a quella che potresti avere se non ci fosse una fonte di reddito sostenuto. È anche qualche cosa che aumenta le possibilità che uno può avere nel scegliere la direzione della propria vita.”

Che rapporto ha con i soldi?

“Non sono attaccatissimo ai soldi.”

Ha mai la sensazione di non avere abbastanza soldi?

“Non in modo particolare. Partendo da dove sono io, se uno avesse più soldi penserebbe a come spenderli. Credo che sia importante dare in beneficenza parte del proprio reddito, i diritti d’autore di tutti i miei libri vanno in beneficenza. È importante pagare le tasse regolarmente e dare qualcosa di proprio anche a chi è stato meno fortunato. La fortuna conta nella vita, anche in merito al reddito che uno riesce a raggiungere.”

Lei è una persona che risparmia o spende facilmente quello che guadagna?

“Ho sempre risparmiato abbastanza fin da quando ero giovane.”

Si ritiene più generoso o più avaro?

“Moderatamente generosa. In concreto, come ho detto, quello che faccio è dare i diritti d’autore dei miei libri in beneficenza.“

Cosa ha comprato con i soldi del primo contratto o il primo lavoro importante?

“Quando ho incominciato a lavorare in Banca d’Italia e ad avere un reddito mensile, il primo acquisto grosso è stato quello di comprare la casa a Roma prendendo a prestito dei soldi con delle facilitazioni a cui ho potuto accedere in qualità di dipendente.”

Ha fatto investimenti in passato che non rifarebbe?

“Sì, ma niente di particolarmente grosso. Ho fatto un’assicurazione privata per la pensione e ho fatto un cattivo investimento perché poi, quando sono andato negli Stati Uniti, i soldi che pagavo per l’assicurazione non erano più riferiti al reddito calcolato come se fossi stato in Italia. È stata quindi tassata due volte.”

Qual è stato il suo investimento più azzeccato?

“L’acquisto di BTP indicizzati all’inflazione nel maggio del 2020. Non è stato un colpo di genio, nella primavera del 2020 eravamo nel bel mezzo della crisi Covid e lo Stato aveva difficoltà a finanziarsi, poi sono arrivati i soldi dell’Europa. È stato un investimento molto redditizio.”

Dove le piacerebbe investire in futuro o dove secondo lei ha più senso investire oggi?

“Tenendo conto delle diverse prospettive di rendita è sempre meglio investire in paesi emergenti. Preferisco sempre investire in fondi che non puntano a un singolo paese o a una singola impresa, da questo punto di vista diversifico molto.”

Si fida delle cripto valute? Investirebbe o ha investito in Bitcoin o prodotti simili?

“Assolutamente no! È un mercato troppo volatile, ha un'attività che è circa quindici volte più alta rispetto a quella dei mercato azionari.”

Ama fare shopping? Preferisce i negozi fisici o comprare on line?

“Non mi piace comprare online e nemmeno nei negozi, provarmi gli abiti mi annoia moltissimo.”

Ha un “bene rifugio”?

“Banalmente le case. Sono proprietario di una casa a Cremona e una a Washington.

Mi piacerebbe avere una casa in campagna e una al mare, al momento non le ho perché rimarrei troppo legato a quei luoghi. Se non avessi un vincolo di bilancio, comprerei una casa dappertutto!”

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