
I pagamenti digitali sono ormai divenuti la quotidianità. Pratici e veloci, sono anche incoraggiati dal Fisco, perché risultano decisamente più tracciabili rispetto al pagamento in contanti. Da anni, ormai, sono richiesti mezzi di pagamento tracciabili e trasparenti per ottenere il riconoscimento delle detrazioni fiscali e scongiurare il fenomeno dell'evasione fiscale.
Di metodi di pagamento digitale ve ne sono molti, ma non tutti sono accettati per ottenere la detrazione su spese mediche, scolastiche o sportive. Serve una precisa documentazione, in cui le spese figurano come tracciabili, dunque verificabili. Vediamo quindi quali modelli sono attualmente accettati. Ad oggi, l'Agenzia delle Entrate riconosce come metodi di pagamento i Mav, la piattaforma PagoPA, il bonifico bancario e il bonifico postale, le carte di debito e di credito, le carte prepagate, il bancomat e l'assegno. Sulla fattura deve comparire la dicitura "pagamento tracciato", oppure, nel caso non sia presente, è necessario allegare la ricevuta bancaria o l'estratto conto.
Ad oggi, sono tanti i metodi di pagamento che possono essere utilizzati dai cittadini. Si può pagare con app, ma anche su piattaforme cash. C'è chi usa i cosiddetti portafogli digitali. Il Fisco non chiude completamente la porta a queste modalità, per le quali è possibile ottenere comunque una detrazione fiscale. Tuttavia vanno rispettate delle regole. Il pagamento in esame, ad esempio, deve risultare associato a un conto corrente bancario di cui il soggetto pagante è intestatrio. Allo stesso modo, l'operatore incaricato di eseguire il pagamento viene controllato. Dovrebbe essere iscritto all'albo della banca d'Italia o simili. Va poi mantenuta una copia della transazione eseguita, come riprova. Pertanto, sono da conservare la copia della transazione, la ricevuta fornita dall'applicazione, la conferma email della piattaforma, e l'estratto conto.
A non essere riconosciuti sono i pagamenti con
criptovalute, che non valgono per le detrazioni fiscali. Questo perché le transazioni, pur se registrate nelle blockchain, impediscono di associare le credenziali di un soggetto al pagamento effettuato. Si usano, infatti, dei codici.