Euro, arriva il cash digitale. Ecco cosa bisogna sapere

Dopo il passaggio lira-euro, sarà questa la prossima rivoluzione per le nostre tasche

Euro, arriva il cash digitale. Ecco cosa bisogna sapere

Entro un paio d’anni, secondo la presidente della Bce Christine Lagarde, entrerà in funzione l’euro digitale. Diciamo che a partire dal 2028 avremo questa possibilità. Di che si tratta? Sicuramente di qualcosa di nuovo che rivoluzionerà ancora una volta il rapporto tra gli italiani e la moneta. D’altra parte, non è la prima volta. E non sarà neanche l’ultima.

Se ci pensiamo, negli ultimi 80 anni - quindi un periodo di tempo abbastanza prossimo, di cui un boomer come chi scrive, ma anche la generazione “silenziosa” che lo precede, al pari della “X” e dei Millennials che lo seguono, conserva ricordi e testimonianze – la moneta che abbiamo usato è cambiata varie volte. I nati prima del 1946 avevano in tasca i centesimi di lira; i boomers le lire; i nati a cavallo del 1980, chi prima e chi dopo, hanno avuto in tasca di nuovo i centesimi, questa volta di euro. Ci sta, dunque, che la generazione contemporanea (si chiama Alfa), ragazzi che nel 2028 avranno dai 18 anni in su, possa essere coinvolta in un nuovo cambiamento. Di cui già si intravvedono i contorni: l’euro digitale, appunto.

Naturalmente stiamo parlando della moneta nazionale, quella coniata dalla Banca Centrale, che nell’eurozona riguarda 20 Paesi (presto 21 con la Bulgaria). La moneta ufficiale ha la caratteristica unica – diversamente dalle criptovalute – di avere “corso legale” e quindi di garantire il proprio valore interno indipendentemente dalle oscillazioni di altre grandezze finanziarie o reali. E’ la funzione che svolgono, per esempio, le banconote in euro. Ebbene, l’euro digitale sarà equivalente a banconote e monete, ma invece che avere sostanza (carta o metallo) sarà dematerializzato. In altri termini, sarà un “contante digitale”. Si potrà utilizzare come i contanti, ma anziché passare di mano in mano, passerà di smartphone in smartphone (accessori quali orologi o gli occhiali inclusi). Ognuno di noi avrà un “portafoglio digitale” presso la propria banca, che verrà alimentato dal conto corrente, e che sarà utilizzato per trasferire euro in tutti i modi in cui oggi utilizziamo i contanti tradizionali. Ogni operazione dovrà essere a costo zero (come lo è oggi per i contanti) e senza commissioni per nessuno (viceversa non incontrerà grande successo). Inoltre, la tecnologia dovrà permettere di scambiare e utilizzare l’euro digitale anche in assenza di copertura di rete. (A questo scopo sono già stati scelti i partner tecnologici).

Ecco cosa avremo nelle tasche tra 2-3 anni, se vorremo. Ma soprattutto è quello che avranno nelle tasche le future generazioni. Perché la Bce investe su questo nuovo tipo di contante? Per due motivi: difendere l’euro dalla concorrenza delle criptovalute e da quella dei sistemi di pagamento (carte di credito) spesso non europei. In linea di principio, dando per scontata la sempre maggiore diffusione di pagamenti digitali, Francoforte non vuole perdere la partita più importante: quella della stabilità monetaria, che è garantita solo se alle spalle dell’emittente c’è una Banca Centrale.

Il costo da pagare, per tutti noi, sarà un minor grado di libertà: ogni pagamento in contanti digitali sarà tracciabile. Starà ai singoli individui scegliere come gestire i propri pagamenti. Ma l’impressione è che da questa strada non si tornerà indietro.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica