Riforma del sussidio disoccupazione, espulsioni più facili, scuola più efficiente, taglio alle spese degli enti locali, no alle nozze gay, no alleutanasia: non cè spazio per i dubbi nel Sarko II, quello che - stando al candidato-non candidato - dovrebbe essere il secondo mandato presidenziale allEliseo per Nicolas Sarkozy. Una virata a destra quella del presidente in cerca di riconferma, un segnale netto che rafforza le ipotesi dei tanti che in queste ultime settimane hanno localizzato a destra della maggioranza il vero terreno di caccia per un candidato staccato di diversi punti dal socialista Francois Hollande nei sondaggi. Nulla è lasciato al caso nei movimenti di Sarkozy, che non è secondo a nessuno nella gestione di una campagna elettorale. Ora si racconta attraverso il suo nuovo profilo su Facebook annunciato dallUMP, il partito che fa capo al presidente uscente. La creazione di questo nuovo profilo consente di ripercorrere «i 30 anni del suo cammino politico, interamente dedicato al servizio della Francia».
Da mesi ha lasciato andare avanti lavversario, giocando sullequivoco del candidato-non candidato. Nessuno ha mai dubitato della sua volontà di riproporsi, eppure ancora non è sceso ufficialmente in campo. Lo farà probabilmente giovedì prossimo, con un pacchetto di iniziative che mirano a colpire limmaginazione dei tanti indecisi: una dichiarazione in tv, un grande comizio, unapertura degna del leader del paese, probabilmente a Marsiglia, nella regione dove i socialisti sono stati più in difficoltà negli ultimi tempi. Ad essere affascinati dai «valori» che oggi propugna Sarkozy in una lunga intervista al giornale amico Le Figaro, che la farà uscire nel Magazine di sabato, potrebbero essere i tanti fan della leader del Fronte nazionale, Marine Le Pen, che rischia di non raccogliere le 500 firme di deputati, sindaci e consiglieri indispensabili per suffragare la candidatura della portabandiera dellestrema destra allEliseo. Se lei non ci sarà, sul 18% dei voti che le accreditano i sondaggi si scatenerà una grande rissa. Ma fin dora - visto che la concorrente a destra è incerta - Sarkozy ha scelto con decisione proprio quel campo. Ed ecco allora il presidente che - dopo aver lasciato trapelare i suoi pentimenti e mea culpa per settimane - spiega di voler scardinare le incrostazioni della Francia come non è riuscito a fare in questi primi cinque anni. Come? Con i referendum, arma tradizionale gollista, che Sarkozy non ha mai amato.
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