Alessia Marani
Si chiama Sebastian Dlugosz, polacco, classe 1970, il clochard trovato morto con la testa fracassata ieri mattina intorno alle 8 nel parcheggio restrostante allipermercato Interspar-Oviesse al civico 14 della Circonvallazione Aurelia. O almeno così dovrebbe essere stando alle testimonianze degli altri due senza fissa dimora che hanno lanciato lallarme ai carabinieri della compagnia Trastevere, e del parroco della vicina chiesa Pio V, Don Luigi, che lo conosceva da tempo. Ma i documenti delluomo, in particolare il passaporto, che campava chiedendo le monetine ai clienti alla riconsegna dei carrelli, piccoli precedenti per furto, i militari del Nucleo Operativo di via In Selci ieri sera ancora non li avevano in mano. Potrebbe averglieli strappati insieme ai soldi delle elemosine lo stesso assassino (o gli assassini) che sabato notte lhanno massacrato fino a farlo morire dissanguato colpendolo più volte, soprattutto al capo, con un oggetto contundente sparito nel nulla. Forse una bottiglia o qualcosaltro, simile a una spranga di ferro, che potrebbe aiutare gli inquirenti a capire chi sia lautore dellatroce delitto. Lautopsia disposta per oggi dal magistrato chiarirà la dinamica dellomicidio la cui chiave, comunque, gli investigatori ricercano nellambiente di disperati e barboni, soprattutto extracomunitari e spesso ubriachi, che gravitano intorno al piazzale. Ieri pomeriggio, una terza persona è stata identificata. Don Luigi ricorda: «Sebastian veniva spesso a chiedere soldi dopo la Messa insieme con i suoi due amici - racconta -. Erano violenti, tempo fa litigarono per la spartizione del denaro. Ho più volte segnalato la sua situazione al XVIII Municipio che, però, non sè mai interessato del caso. Quando bevevano erano intrattabili. Ma Sebastian pochi giorni fa era venuto da me dicendomi che voleva tornare in patria, mi aveva fatto vedere anche il passaporto». Il clochard, ieri, aveva ancora il braccio ingessato. Un mese fa era stato vittima di unaltra aggressione e ricoverato al San Carlo di Nancy.
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