Cnn, la televisione che ha portato il mondo in casa

In Italia diventò il simbolo delle notizie durante la prima guerra del Golfo, nel ’91

«Il cielo sopra Bagdad è illuminato»: in Italia la Cnn entrò con il volto e la voce di Peter Arnett. Era il 17 gennaio 1991 e la Cable News Network aveva già undici anni. Aveva raccontato la tragedia dello Shuttle Challenger, era stata a Berlino durante il crollo del Muro, aveva mostrato la fine dell’Unione Sovietica, ma in un certo senso non diventò la tv che è riuscita a cambiare il mondo fino a quel giovedì: il collegamento con Arnett raccontò al pianeta quello che succedeva in quel momento in Irak e soprattutto mostrava che cosa sarebbe diventata l’informazione televisiva da quel momento in poi. Perché, nel bene e nel male, la Cnn è stata la cometa sulla cui scia sono arrivati tutti gli altri network. Ha creato la televisione globale: quella che entra in una casa di Atlanta così come in una di Shangai, raccontando che cosa accade in quell’esatto istante a Brisbane. Immediata, veloce, precisa. Di parte, magari. Angosciante, a volte. Accendi il tuo televisore e sai che sono crollate le torri gemelle, cambi canale e ti racconta che in Ucraina sventolano migliaia di bandiere arancioni. È tutto normale, adesso che sono passati venticinque anni. Nel 1980 era poco più che una scommessa.



L’inizio delle trasmissioni
«Sono David Walker», «e io sono Lois Hart. E queste sono le notizie». Le prime parole trasmesse dalla Cable News Network vennero pronunciate alle 6,05 di Atlanta del primo giugno 1980. Leggenda vuole che il miliardario Ted Turner si mise in testa di creare una televisione che trasmettesse notizie 24 ore su 24 senza fermarsi mai. Era un signore piuttosto bizzarro, il futuro marito di Jane Fonda. Si racconta che quando qualcuno dei suoi collaboratori gli chiese quale fosse di preciso il suo obiettivo, Turner gli avesse risposto così: «Raccontare le notizie mentre avvengono, prima che diventino storia. E cambiare il modo in cui le persone vedono il mondo».
Da allora, oltre a diventare uno dei pilastri del gruppo Time Warner, la tv americana è esplosa sul mercato nazionale e internazionale. Alle nozze d’argento del suo gioiello, però, Ted Turner non c’è. Ha lasciato nel 2003 qualche anno dopo la fusione con il colosso della comunicazione Aol-Time Warner. Ha lasciato perché lo scopo l’aveva raggiunto alla faccia dei critici che nel 1980 lo vedevano fallito prima di cominciare la sua avventura. Ha lasciato soprattutto perché le cose andavano male, tra crisi del settore, concorrenza a tutto spiano e giochi di potere all’ordine del giorno.
Oggi la Cnn è presente su 178 milioni di televisioni nel mondo e su 89 milioni negli Usa e l'insieme dei suoi prodotti - il sito web, i canali radiofonici, quelli per gli aeroporti, le Headline News - raggiungono complessivamente due miliardi di persone in 200 paesi (più di quelli che fanno parte dell'Onu, 191). La «dittatura dell'informazione» che la Cnn ha in qualche modo imposto al mondo dopo il 1991, l'anno in cui con la prima guerra in Irak divenne davvero rilevante, è ora minacciata da una serie di sfidanti. La Bbc contende agli americani il mercato degli spettatori internazionali di lingua inglese, mentre Al Jazeera e la rete crescente delle tv arabe offrono un'altra visione del mondo, spesso antiamericana, nei paesi in lingua araba.


La concorrenza in casa

Ma è tra le mura di casa che la Cnn deve affrontare la sfida più difficile. Nonostante le cifre vengano lette in modo diverso a seconda degli interlocutori, gli esperti ritengono che oggi FoxNews abbia strappato il primato dell'informazione 24 ore su 24 alla Cnn negli Stati Uniti. Dal quartier generale di Atlanta, i portavoce del gruppo ribattono che i dati indicano una realtà diversa: su base mensile, nel 2005 la Cnn negli Usa ha avuto 64,9 milioni di spettatori «unici», contro i 57,9 di FoxNews e i 44,4 milioni di MsNbc. La tv di Rupert Murdoch, che si fregia dello slogan «giusta e bilanciata» ed è invece chiaramente schierata a destra, sta costringendo la Cnn a inseguire i gusti di un pubblico che mostra di gradire un giornalismo più aggressivo, spettacolare e nel quale trovino spazio anche le opinioni. Che ad Atlanta tendono a sinistra.
«Non c'è dubbio che siamo impegnati in una battaglia per catturare l'attenzione dei telespettatori, sia sul piano domestico sul mercato americano, sia su scala internazionale», ha ammesso Chris Cramer, il direttore delle news internazionali.

Il futuro in un tot

Per fare il punto sulla propria storia e cercare di riflettere sul panorama delle news del futuro, la Cnn ha riunito ad Atlanta una platea di esperti, grandi firme e personalità pubbliche. A fare gli auguri c’erano, tra gli altri, l'ex presidente Jimmy Carter, il leader pachistano Pervez Musharraf e il presidente iracheno Jalal Talabani, e poi artisti come Bono e Ricky Martin. Sotto la guida dei volti più noti del network - Christiane Amanpour, Wolf Blitzer e Anderson Cooper - il network si è impegnato a ricordare e riflettere sulle grandi storie che ha seguito in un quarto di secolo, comprese quelle più recenti: la campagna presidenziale del 2004, la guerra in Irak, lo tsunami e le vicende vaticane. Poi, tra un bicchiere di champagne e un altro, si sono accorti che papà Ted li ha traditi nel giorno del compleanno: «Ci sono molti pervertiti nella società. Di questo sono consapevole.

Ma mi chiedo: fanno davvero notizia? Nella mia Cnn no, in questa sì».

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