Coca e tangenti nella movida: in Comune scattano le manette

Arrestati i gestori di Hollywood, The Club e un funzionario di Palazzo Marino che avrebbe depistato i controlli dei vigili. Tra i 19 indagati anche l’ex vicedirettore. I proprietari dei locali pagavano per le soffiate sulle verifiche o per ritardarle. L'inchiesta, partita nel 2007, costò le dimissioni al capo dei ghisa Bezzon. Intercettazioni "Rudi grazie di tutto, una gran serata..." 

Coca e tangenti nella movida: 
in Comune scattano le manette

Soldi, tanti, atutti e per tut­to: per evitare oppure ritarda­re un controllo dei ghisa o dei vigili del fuoco, o quanto me­no per esserne avvertiti tem­pestivamente. Soldi per rin­novare il locale, meglio se affi­dando progetto e realizzazio­ne a studi e ditte di vicine a «quelli del Comune». Soldi per ottenere una licenza: per esempio 40mila euro per apri­re il «Qin» al Parco Lambro. Un nuovo capitolo si è dun­que aggiunto da ieri nell’am­bito dell’inchiesta aperta dal­la squadra mobile nel 2007. Tre anni fa infatti la Procura di Potenza trasferì alcune di­chiarazioni fatte da starlette e divetti nell’ambito dell’in­chiesta su Fabrizio Corona aperta dal pm Henry John Wo­odcock. Testimonianze che parlavano di consumi «indu­striali » di cocaina nei «privé» delle più famose discoteche di Milano, Hollywood tra tut­ti. La polizia infiltrò agenti nei locali, intercettò telefoni e al­la fine il botto: oltre la droga c’era ben altro. E l’inchiesta toccò i vertici delle istituzio­ni: il capo dei vigili urbani, Emiliano Bezzon, costretto al­le dimissioni, i dirigenti co­munali Silvano Baselli, Giu­seppe Pannuti e Laura Mari, l’ex ispettore dei vigili del fuo­co Luigi Esposito. Ieri seconda tranche dell’in­chiesta. Altri nomi si aggiun­g­ono ai primi e scattano le ma­nette, anche se poi i cinque ar­r­estati finiranno ai domicilia­ri. I provvedimenti riguarda­no Davide Guglielmini, 49 an­ni, Alberto Baldaccini, 37, e Andrea Gallesi,42, per il filo­ne stupefacenti, che com­prende anche una decina di altri denunciati. I tre sono azionisti di «Vimar» e «B&B and Company» proprietarie dell’Hollywood di corso Co­mo e «Le Club» di largo La Foppa, messi sotto sequestro dall’autorità giudiziaria. Avrebbero agevolato lo spac­cio nei loro locali. Nei privé in­­fatti, argomentano i pm Frank Di Maio e Alfredo Ro­bledo, l’ingresso era super controllato. Quindi i pusher non potevano accedervi sen­za complicità interne. Ma le manette scattano an­che ai polsi di due ex compo­nenti della commissione co­munale di vigilanza: Aldo Centonze, 42 anni dipenden­te dell’ufficio del demanio, e Rodolfo «Rudy» Citterio, 40 anni, ex presidente provincia­le del Sindacato locali da bal­lo, Silb. Il suo nome era già emerso l’anno scorso, e per questo aveva lasciato la cari­ca a Roberto Cominardi, tito­lare dell’Old Fashion. Era pe­rò rimasto nel direttivo della Federazione italiana pubbli­ci esercizi. Infatti l’altra sera era a Roma per una riunione sindacale. Rintracciato è rien­trato precipitosamente a Mi­lano e si è consegnato agli agenti che lo attendevano in stazione Centrale. Questo filo­ne di indagine ha confermato un «sistema», come lo ha defi­nito il vice dirigente della mo­bile Luigi Rinella, per ottene­re favori. Si pagava per essere informati dei controlli, per ri­tardarli, per far trovare le cose in regola. Anche «in natura» Centonze infatti si acconten­tava di serate e cene in locali notturni per aver concordato «le date e gli orari» dei sopral­luoghi di controllo al «Qin». Si pagava per non ottenere guai con le licenze, l’anno scorso furono coinvolti il «To­queville », sempre di corso Co­mo, e il«Bar Bianco»all’inter­no del parco Sempione. Que­st’anno il «Qin» di parco Lam­bro per il quale Citterio avreb­be chiesto al titolare Alberto Savoca 40mila euro (4mila su­bito, il resto in 3 comode rate mensili) vantando amicizie con Rita Amabile, ex vice di­rettrice generale del Comu­ne, e Maria Teresa Broggini Moretto, direttore generale delle attività produttive. En­trambe sono ora indagate in­sieme a Bezzon, Baselli, Pan­nuti, Mari ed Esposito, che hanno ricevuto un secondo avviso di garanzia, e funziona­ri regionali come Tiziana Di Puorto all’architetto che arre­dava tutti i locali, Daniele Ber­retta. La «cricca» infine provvedeva anche a far fare carriera ai suoi «associati». Anche se non sempre con esiti favore­voli.

Baselli ebbe in anticipo da Citterio le risposte del con­corso per dirigente comuna­le. Lui però sbagliò a ricopiar­le e fu clamorosamente boc­ciato. Citterio commosso, lo fece assumere all’Associazio­ne dei pubblici esercizi.

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