Alessia Marani
Un imprenditore in manette, un pusher-carrozziere costretto a cedere lattività per ripagare i debiti di droga, una quindicina di persone arrestate, sessanta tra denunciati e indagati: è il bilancio di un maxi-blitz dei carabinieri scattato nella notte a Castelgandolfo al termine di uninchiesta durata due anni sulle tracce di cocaina a fiumi piombata ai Castelli sulla rotta Olanda-Italia. Viaggi attraverso i quali al sodalizio romano la droga arrivava stipata in panetti da 20 e 30 grammi, occultata nei doppifondi di auto e camion. «Neve» della migliore qualità pagata «cash» grazie alla forte disponibilità di «liquidi» di M. S., 54 anni, titolare di un ristorante e di unagenzia immobiliare del luogo e col pallino delle costruzioni. «Da quanto emerge - spiega il tenente Giovanni Falso della compagnia di via Ercolano - abbiamo modo di ritenere che luomo reinvestisse il denaro guadagnato con lo smercio della coca nel settore delledilizia. In particolare, realizzando comprensori residenziali nella zona di Itri, in provincia di Latina». Soldi su soldi che il nascente «palazzinaro» avrebbe messo su grazie alla fitta rete di amici e conoscenti utilizzati come pusher, alcuni già spacciatori abituali. Come P. V., 32 anni, ufficialmente carrozziere, in realtà un curriculum di tutto rispetto come piccolo criminale. Sua «specialità» lemissione di assegni scoperti, gli stessi con i quali nellagosto del 2003 aveva tentato di saldare il conto della droga venduta e mai pagata (circa 15mila euro). Con lunico risultato di vedersi saltare in aria lautomobile parcheggiata sotto casa, davanti a un bar. «Allinizio - aggiungono gli investigatori - pensammo a un atto intimidatorio rivolto più che altro allesercizio commerciale. Quando, però, poco tempo più tardi contro lo stesso P. V. si scatenò una spedizione punitiva in piena regola, le nostre indagini cominciarono a battere altre strade». La chiave dei due episodi, dunque, nel giro di droga proveniente da Amsterdam. «Abbiamo documentato numerosi spostamenti di M. S. verso il capoluogo olandese. Viaggi daffari o di piacere che servivano in realtà per organizzare il movimento». Tra i capi d'accusa formulati dal Pm nei confronti degli arrestati (allappello ne mancano altri quattro sfuggiti alle manette), oltre lo spaccio in concorso di sostanze stupefacenti, anche l'estorsione praticata, appunto, per il recupero crediti.
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