La nuova impresa di Riccardo Cocciante, il cantautore che ha aperto in Italia la via dellopera rock con Notre Dame de Paris, si chiama Giulietta e Romeo. Uno spettacolo scritto insieme con Pasquale Panella, autore dei testi, che sarà in scena al Gran Teatro dal 18 ottobre al 4 novembre (info: 06-33270050). Dopo una lunga selezione, Cocciante ha scelto il cast, formato da 26 cantanti e 8 ballerini. Tutti ragazzi molto giovani, sette dei quali al di sotto dei 18 anni. «È un cast intercambiabile - spiega lartista - che permette a tutti di recitare ogni sera. Non ci sono titolari e sostituti, sono sempre tutti in scena. Sono molto giovani e possono soffrire psicologicamente il ruolo di sostituto, quindi ho preferito che imparassero a recitare più parti, cambiando personaggio nel corso delle repliche».
Sorprende la scelta di selezionare protagonisti appena maggiorenni. «Per me è importante la verità delletà - continua Cocciante - perché Romeo non può essere impersonato da un ventottenne. Letà dellinterprete deve corrispondere a quella del personaggio». E i giovani artisti del cast sono motivo di grande orgoglio per il musicista, se è vero che li descrive come «ragazzi fantastici, con grande voglia di sentire e imparare. Ne abbiamo scelti 30 e gli abbiamo detto di catturare il loro ruolo».
Parlando delle canzoni, Cocciante dice che ha «pensato a come deve esprimersi un compositore moderno per realizzare un dramma in musica», aggiungendo poi alcune considerazioni sul relativo insuccesso delle opere rock che hanno seguito Notre Dame. «Uno spettacolo deve funzionare quando è ancora nudo - lopinione del cantante - poi si può ornare e arricchire. Se il procedimento è inverso, non può avere successo. È lo stesso motivo per cui al botteghino vincono i film che raccontano una bella storia. Con i soli effetti speciali, non si va lontano. Noi abbiamo una composizione che ci sembra giusta e degli interpreti fantastici; se manca questo, il resto è inutile».
A proposito dei testi di Pasquale Panella, Cocciante dice che «sono chiaramente panelliani, ma non ermetici. Si riconosce il suo stile, ma in questo caso è figurativo e facilmente comprensibile. Lui sa essere sintetico, io meno: è un bel contrasto». Infine, una riflessione sulla scelta dei luoghi dove portare lo show. «Giulietta e Romeo è uno spettacolo rock, non unopera. Per questo è più adatto a luoghi come il Gran Teatro, dove i giovani possono sentirsi più a loro agio. Abbiamo bisogno di energia e volume alto, due elementi che non si sposano bene con lambiente del teatro classico.
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