da Genova
Da male incurabile, a malattia cronica. I maggiori esperti mondiali di ematologia ne sono convinti: la leucemia, così come la conosciamo oggi ha i giorni contati e potrà presto venire curata come lAids, ma attraverso farmaci che non hanno effetti collaterali. E si potrà vivere ancora decine di anni dopo la diagnosi. La prima speranza concreta arriva da Genova, dallunità di Ematologia dellospedale San Martino. La dirige Angelo Michele Carella, di ritorno in questi giorni dal congresso mondiale di Boston, da lui stesso organizzato insieme con medici del calibro dellinglese John Goldman e Jorge Cortes di Houston padri della moderna ematologia mondiale.
«Chiariamo subito che non mi piace prendere in giro i malati con false notizie. Qui però la rivoluzione cè, la stiamo vivendo sulla pelle dei nostri pazienti», dice il primario davanti a pile di riviste scientifiche piene zeppe di cifre e dati incoraggianti. «Parliamo della leucemia mieloide cronica - dice il professor Carella - ha unincidenza non alta, colpisce 2 persone su centomila, ma dai dati sembra essere in aumento. Ebbene, questo è lunico tumore di cui sappiamo praticamente tutto: è la prima neoplasia di cui si è scoperto il marcatore specifico, il cromosoma Philadelpia e sappiamo che si scatena quando un pezzo del cromosoma 9 si stacca e salta sul 22 dando vita a un nuovo gene che impedisce la morte dei globuli bianchi».
Negli ultimi tempi nuove scoperte hanno chiarito anche i meccanismi molecolari per i quali la malattia da fase cronica, quindi in forma più leggera, diventa acuta e porta rapidamente alla morte. «Era il nostro cruccio - continua Carella -. Ora però abbiamo lImatinib, un farmaco che è in grado di bloccare lattività della proteina che si forma quando i due cromosomi 22 e 9 si incrociano - spiega il luminare -. Esso rappresenta la molecola più formidabile mai introdotta nella terapia delle neoplasie. E recentemente sono arrivati altri farmaci in grado di essere ancora più tollerati da chi non poteva essere curato con lImatinib. Siamo in grado di fare cocktail personalizzati per ogni malato». Secondo le previsioni di Carella presto i malati di leucemia cronica potranno essere curati a casa, mentre lavorano e con poche pastiglie al giorno. «Il problema, semmai, saranno in futuro i costi delle cure: 3/4mila euro a settimana, 70 mila allanno per un malato che può vivere tanti anni - spiega il primario -, e in Italia, questo va detto, le cure ospedaliere garantiscono assistenza a tutti, diversamente da altri Paesi».
Ma non basta. Dal convegno di Boston sono arrivati dati molto positivi anche per la cura della leucemia linfoblastica acuta, che ha colpito di più, con le varie forme di linfomi, i gruppi di militari che hanno prestato servizio nei Balcani.
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