Con «Il codice Beatles» la fantascienza crea i cloni di Paul McCartney

Ma Paul McCartney è davvero morto ed è stato sostituito da un sosia? E se Paul fosse stato sostituito da un clone perfetto, creato dall’agenzia Hathor, formata da membri scelti delle case discografiche e ex agenti di Fbi, Cia e MI6 prelevando il materiale biologico all’insaputa dell’originale? È questa l’interessante trovata del romanzo di Francesco G. Lugli e Ferruccio Gattuso (collaboratore del Giornale) Il codice Beatles (Cult Editore) che attraversa la storia dei Beatles incrociandola con un pizzico di fantascienza. Fabio, un giornalista freelance diventato famoso in rete per il suo blog sulla morte di McCartney, un giorno riceve una misteriosa mail da un certo «Mr Postman» (indovinate chi è) che lo porterà a conoscere la verità su uno dei misteri più strani del rock: l’agenzia Athor, spietata nel creare i cloni perfetti (più d’uno) di personaggi così famosi e redditizi da non poterne più fare a meno.

Esempi? Michael Jackson morì nell’85 e fu rimpiazzato da uno dei sosia meglio riusciti, poi consumato dal music business; di Kurt Cobain si utilizzarono addirittura due cloni, uno dei quali morì ufficialmente suicidandosi con il fucile. Attenzione dunque all’invasione dei McCartney.

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