Non cè storia che tenga. Anzi, non cè influenza che tenga: a Cogoleto quando si tratta di imporre nuove tasse, anche virus e batteri devono arrendersi alle direttive che vogliono tutti i consiglieri comunali presenti per approvare l'addizionale comunale all'Irpef. Una tassa locale che va ad aggiungersi alle imposte statali e che in Comune frutterà una cifra intorno al milione di euro. Soldi che usciranno dalle tasche dei cogoletesi, e che hanno suscitato la reazione dell'opposizione all'amministrazione di centrosinistra guidata dal sindaco Attilio Zanetti. Ma anche della maggioranza visto che lo stesso Luigi Cola (ex sindaco e attuale consigliere comunale e regionale) ha chiesto una modifica al testo presentato dall'amministrazione, «aumentando l'area di esenzione dal pagamento della gabella portandola a 12.500 euro dagli attuali 10.500». Cifra stabilita in Comune quattro anni fa e non più adeguata ai redditi attuali visto l'aumento del costo della vita, fa notare Cola. Tanto più che allora l'imposta gravava solo per il 5 per mille, mentre lo scorso anno è stata aumentata di tre punti percentuali («circa il 60% in più», fa notare il consigliere forzista, Elena Dagnino). Una decisione che doveva essere provvisoria. «Sono solo due anni che prendete questi soldi ma ci avete già fatto l'abitudine», è il coro unanime dell'opposizione che per protesta abbandona l'aula facendo mancare il numero legale a causa dell'assenza di tre consiglieri malati.
Non si scompone però il sindaco che sospende la seduta per quindici minuti. Al suono della campanella che segnala la riapertura della riunione, appare in aula il vice sindaco, Anita Venturi. Stretta tra le spalle, paonazza e tremebonda per la febbre. E l'imposta viene approvata.
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