Colle in linea con l'Anm: "L'autonomia delle toghe è principio inderogabile"

L'Anm al Quirinale per esprimere preoccupazione nei confronti della riforma della giustizia. Palamara: "Altera l'equilibrio dei poteri dello Stato". Napolitano: rispettare poteri e garanzie

Colle in linea con l'Anm: 
"L'autonomia delle toghe 
è principio inderogabile"

Erano quindici giorni che chiedevano di incontrare il presidente della Repubblica e oggi ci sono riusciti. Troppo forte la preoccupazione nei confronti della riforma costituzionale della giustizia che, secondo l'Anm, "altera l’equilibrio tra i poteri dello Stato, mina l’autonomia e l’indipendenza della magistratura". Una riforma considerata "punitiva" per giudici e pm. Ma quest'ultimo non è il solo motivo di allarme per i vertici dell'Associazione nazionale magistrati. Sul banco d'accusa compaiono anche tutte le altre leggi che in qualche modo li riguardano: dalla prescrizione breve alla responsabilità civile dei magistrati.

E così il colloquio con il capo dello Stato diventa fondamentale per far valere le proprie ragioni, sperando di ricevere qualche garanzia istituzionale. E infatti i primi riscontri che arrivano dopo la conclusione dell'incontro tra il presidente dell'Anm, Luca Palamara, il segretario Giuseppe Cascini e Giorgio Napolitano sembrano rassicuranti, almeno a sentire l'Anm. "Ci sentiamo rinfrancati, abbiamo colto una grande attenzione da parte del capo dello Stato", dicono i vertici dell’Anm, i quali hanno fatto presente al presidente della Repubblica che i principi dell’autonomia e dell’indipendenza della magistratura saranno "fortemente alterati se si dovesse approvare la riforma costituzionale della giustizia".

Nessuna chiusura aprioristica avvisa però l'Anm: "Da parte nostra - ha spiegato Luca Palamara - non c’è una chiusura corporativa ma la volontà di mantenere fermi questi principi che sono capisaldi dello stato di diritto e che sono a garanzia dei cittadini". La risposta di Napolitano non si è fatta attendere. "Nell’auspicare un più sereno clima istituzionale", si legge in un comunicato del Quirinale, si ribadisce "il convincimento che l’autonomia e l’indipendenza della magistratura costituiscono principi inderogabili in rapporto a quella divisione tra i poteri che è parte essenziale dello Stato di diritto".  Il Capo dello Stato inoltre "ha  espresso la convinzione che l’apertura di un confronto su proposte di modifica del Titolo IV della Costituzione possa costituire terreno di impegno per tutte le forze politiche e culturali e in particolare per tutte le componenti del mondo della giustizia : ferma restando la necessità che un tale confronto avvenga senza pregiudiziali e con la massima disponibilità all’ascolto e alla considerazione delle diverse impostazioni e proposte".

L'incontro tra la giunta dell’Associazione nazionale magistrati, integrata da un rappresentante della corrente di minoranza di Magistratura indipendente, e il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano è durato più di un'ora. Luca Palamara ha inoltre dichiarato che "il clima di manifestazione di piazza davanti ai tribunali e nelle aule di giustizia" rappresenta "motivo di forte preoccupazione". Queste manifestazioni, ha detto Palamara, "rischiano di minare la serenità e l’equilibrio dei giudici che devono decidere su importanti controversie".

Insomma, per l'Anm più i giorni passano e più rosso diventa l'allarme. Un allarme peraltro esplicitato nei giorni scorsi in diversi documenti ufficiali, l’ultimo dei quali, riguardava la prescrizione breve, definita un "colpo mortale" per il funzionamento della giustizia penale in Italia, perché farà aumentare "a dismisura il numero di casi di denegata giustizia e di impunità per gli autori di gravi reati", "non riduce la durata dei processi", ed è addirittura "un incentivo" per gli imputati a dilatare i tempi; oltre a essere "palesemente in contrasto con il principio costituzionale di uguaglianza" per la disparità di trattamento tra incensurati e recidivi. Anche sulla modifica della legge sulla responsabilità civile dei magistrati la bocciatura dell’Anm è stata senza appello: è così "assurda e disorganica", da costituire "un atto di aggressione nei confronti della magistratura" per "influenzarne la serenità di giudizio". Così come è drastico il giudizio complessivo sugli interventi in materia di giustizia: leggi "piegate a interessi particolari", in "maniera così esplicita", come "non era mai successo prima". Insomma per l'Anm non c'è nulla da salvare.

Sarà lo stesso pensiero di Napolitano? Intanto, fonti del ministero della Giustizia fanno sapere che il disegno di legge costituzionale di riforma della giustizia sarà entro oggi nella disponibilità del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

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