«La colpa non è di Esmeralda voglio che sia fatta giustizia»

Orlandi: «In questi edifici tubi vecchi»

«Voglio giustizia. Di tutto il resto non m’importa. E non si dica che l’esplosione è stata provocata da un suicidio».
È risoluto Saverio Orlandi, il padre del piccolo Francesco, morto con altre tre persone nel crollo, causato dal gas, della palazzina di via Lomellina. E parla proprio quando, pur fra molte cautele, aumentano i sospetti che Esmeralda Sfolcini, una delle vittime, abbia casualmente, o più probabilmente deliberatamente, lasciato aperti i fornelli della cucina. Il volto del papà di Francesco è in parte tumefatto, le ferite e le lunghe escoriazioni sulle braccia si vedono, le lacrime sono trattenute a stento sotto un paio di occhiali da sole. Ma il tabaccaio trova la forza di tornare nella strada per lanciare un messaggio: «Voglio giustizia - ripete Saverio sconfortato -. Ho perso tutto quello che avevo e, soprattutto, ho perso un figlio, la cosa più importante della mia vita.

Non mi interessano i soldi ma che sia fatta chiarezza e accertate le colpe. In questi palazzi, le tubature del gas non sono vecchie, sono antiche. E lascino in pace la signora Esmeralda. Sono contento della partecipazione del quartiere al nostro lutto».

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