Il colpo di scena dell’Elefantino: non parla di toghe ma di nucleare

A sorpresa, nella prima puntata di Qui Radio Londra Ferrara affronta il tema dell’energia atomica: "Discutiamone con la calma dei giapponesi"

Il colpo di scena dell’Elefantino: non parla di toghe ma di nucleare

Per la puntata d’esordio dell’atteso Qui Radio Londra, ritorno in Rai dopo oltre vent’anni, Giuliano il Castigacaste ha ceduto lo schermo a Giuliano il Filosofo. Il Giappone e l’incombente incubo nucleare, con le scelte da fare per il futuro della nostra civiltà tutta, ha preso il posto dell’invettiva contro i magistrati: polemica rovente ma in fondo minore rispetto a quella che rimbalza dal Paese del Sol Levante. Giacca di velluto a coste marrone e cravatta verde, Ferrara si è installato su Raiuno con tutta l’autorevolezza accorata che non t’aspetti. Fedele alla fama di showman della comunicazione, avvezzo a spiazzare le platee - quando comincia a parlare non sai mai dove va a parare - con l’agilità del grande giornalista, ha privilegiato la notizia sul copione annunciato. «Io ho paura - ha esordito - ma non tutti hanno paura allo stesso modo. Gli orientali hanno paura in modo più riflessivo». Poi uno stralcio dell’annunciatrice giapponese che descrive la furia distruttrice dello tsunami, con voce metallica, «quasi un ticchettio della macchina per scrivere», dimostrazione, anche nella tragedia, di una calma «così difficile da noi».
In pieno scontro tra governo e magistratura, solo smorzato nella giornata di ieri da un tentativo di dialogo con l’opposizione sulla giustizia, tutti aspettavano l’annunciato affondo sul caso Ingroia, clamoroso esempio di politicizzazione dei giudici. Invece, la notizia del giorno era l’incubo nucleare, con il reattore a rischio fusione della centrale di Fukushima e le radiazioni che hanno cominciato a diffondersi nelle regioni vicine. Ferrara era stato colpito dalla reazione composta dei giapponesi, un popolo antico, occidentale, padrone del mondo, abituato a decidere con la scienza e la tecnologia della vita e della morte. Ma che «di fronte alla tragedia ha saputo riafferrare un senso della realtà così diverso dal nostro». E voleva dire la sua sulla grande scelta del nucleare che attende il nostro Paese, suggerendo un criterio più che una ricetta o una risposta.
Giuliano il Filosofo ha scelto per la prima puntata di entrare nelle case degli italiani nell’orario di massimo ascolto condividendo l’emozione che tutti abbiamo provato. Da telespettatori, da cittadini, da persone attaccate alla vita che, tuttavia, di fronte alle immagini della catastrofe non possono non aver avvertito un senso di precarietà quando non d’impotenza. Anche noi, quando dovremo discutere in futuro del nucleare, dovremo avere la stessa calma che i giapponesi stanno dimostrando. Se i giapponesi vinceranno la loro battaglia al calor bianco e riusciranno a controllare l’energia delle loro centrali vorrà dire che si tratterà di un’energia sicura anche in una situazione di grande devastazione. Ma dovremo pensarci bene, perché «meglio pensarci adesso che compiangersi domani», ha concluso citando un proverbio inglese.
Insomma, per la prima Giuliano il Filosofo ha scelto di unire più che dividere gli italiani. Il dibattito sul nucleare è già acceso nel nostro Paese. Ma di fronte alla tragedia non è tempo di parole violente. In fondo, quello che aveva da dire su Antonio Ingroia, il procuratore di Palermo che era salito sul palco di Piazza del Popolo per criticare la riforma della giustizia del governo, Giuliano il Castigacaste l’aveva già detto domenica sera al Tg1. «Ho visto che un magistrato ha fatto un comizio in piazza. Ebbene i magistrati sono soggetti alla legge, c’è scritto nella Costituzione. Trovo difficile difendere la Costituzione e contemporaneamente fare dei comizi in piazza contro una legge all’esame del Parlamento». Ferrara aveva chiesto anche l’iniziativa del presidente Napolitano, perché «se i magistrati fanno comizi, allora i parlamentari possono emettere delle sentenze», aveva concluso.

Provocando la levata di scudi del partito delle toghe, Idv in testa. Basta pazientare solo un pochino. I neopuritani alla Zagrebelsky, i grandi moralisti, i conduttori tv che si dichiarano liberi e i magistrati ritroveranno il Ferrara che si aspettano.

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