Ma com'è dura la vita da polpo

Un mese di mondiale, un mese di pronostici, previsioni, proiezioni, schemi, opinioni, anche a pagamento, via satellite, digitale, analogico, scritto o orale. Poi scopri che tutto dipende dall’octopus vulgaris. Ci sta bene, come categoria. Sta bene agli allenatori con il taccuino sulle gambe, sta bene a quel pallone gonfiato di Jabulani e al suo titolare Blatter. Paul, il polpo inglese emigrato in acque tedesche, non ha sbagliato mai e adesso è diventato leggenda, mito, addirittura gli spagnoli vorrebbero portarselo appresso, non come trofeo di guerra da trasferire in paella, ma per concedergli l’onore di un acquario di Madrid. È lui l’eroe, è lui il re, disculpame o “dispulpame” Juan Carlos (il sovrano di Spagna non sta benissimo e la sua presenza stasera in tribuna è ancora incerta, si potrebbe chiedere, per l’appunto, a Paul un parere sulla questione). Questo significa che il calcio è bello perché vario, al punto che, non potendo attingere ad altri argomenti, anche perché la diagonale o il quattroquattrodue hanno annoiato più delle vuvuzelas, si va sul fatuo, sul folklore e allora il cefalopode ha rubato l’attenzione di tutti.
Ormai il pendolino e il mago di quartiere appartengono alla preistoria, l’uomo è furbo ma il polpo lo ha fatto fesso. Del resto gli aruspici studiavano il fegato di animali morti per capire che aria tirasse nell’impero romano, Paul per il momento se l’è cavata, da vivo ha già dato segnali sufficienti per essere celebrato. Ha la fortuna di non dover rispondere alle domande degli astanti, tifosi e giornalisti, ma controllando l’espressione (!?) del suo occhio, ritengo che sia abbastanza stanco di questo ballottaggio quotidiano tra una bandiera e l’altra. La sua avventura fa venire in mente la storiella del polpo napoletano, immerso con altri affini, pesci, aragoste, astici, nella vasca di un ristorante sul lungomare.

Dopo essere stato afferrato ed esibito ai clienti turisti americani, quindi scelto, morsicato, battuto ma rimmerso nella vasca per essere sostituito, in modo mariuolo, sulla tavola dei commensali ignari, con un altro polpo surgelato. Tornando nell’acqua, stremato, afflosciato, compatito dai sodali di vasca, così commentò:_«Ma se pote campa’ accussì?». Paul non conosce il dialetto ma sta pensando la stessa cosa.

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