nostro inviato a Venezia
Comera lItalia di Pier Palo Pasolini allinizio degli anni Sessanta? Un Paese in cammino verso la dissoluzione. La scomparsa del mondo contadino, la fine dei mestieri manuali, lavvento della televisione, dei primi consumi e dellindustrializzazione segnavano per lui le tappe di un non ritorno, la corsa verso una disperata rovina.
Comera lItalia di Domenico Modugno allinizio degli anni Sessanta? Un Paese ricco di sogni e di speranze, fatto di solidarietà e di arte di arrangiarsi. Ancora umile, certo, zeppo di diseguaglianze sociali, ma convinto che il proprio futuro sarebbe stato migliore del tragico passato che si era lasciato alle spalle, di un presente incerto e spesso amaro. Fortuita coincidenza o calcolo esemplare, questo duplice e contrapposto «come eravamo» è stato proiettato ieri fuori concorso alla Mostra, in forma se si vuole di risarcimento postumo. Allora, quando La rabbia di Pasolini e Tutto è musica e Volare - Nel blu dipinto di blu di e con Modugno uscirono, si trattò di disastri da botteghino. Visti quasi cinquantanni dopo, li si apprezza meglio e se ne può dare un giudizio più equilibrato.
Dellopera del primo il Festival presenta una «ipotesi di ricostruzione della versione originale» che si avvale del contributo fondamentale della Cineteca di Bologna. Eliminata la contrapposizione con La rabbia di Giovannino Guareschi, voluta allepoca dal produttore, i curatori, Giuseppe Bertolucci e Tatti Sanguineti hanno aggiunto 16 minuti di materiale inedito tratto anchesso, come per il resto del film, dai cinegiornali di quel tempo.
Per Tutto è musica, per il quale Modugno, regista e produttore, rischiò il fallimento economico, si è invece proceduto, dintesa con la Cineteca nazionale, a un lavoro di restauro, e gli si è affiancato quel Volare di Pietro Tellini che oltre ad avvalersi di Cesare Zavattini e Ettore Scola come sceneggiatori, allinea un cast di tutto rispetto: Giovanna Ralli, Vittorio De Sica, Riccardo Garrone.
La rabbia non è, allora come oggi, fra le cose migliori di Pasolini. Limpalcatura ideologica che lo sostiene, ieri era manichea e oggi suona superata e/o sbagliata. Il commento che accompagna le immagini vuol essere poetico, ma spesso è soltanto enfatico. Langolazione politica che lo guida risulta ambigua. Ciò che lo riscatta è lelemento visionario, lintuizione della catastrofe antropologica che nel tempo avrebbe modificato limmagine dellintera nazione e la fisionomia stessa degli italiani.
Quanto al tentativo di Modugno, pieno di debiti felliniani e neorealistici, troppo anarchico nella costruzione, ovvero senza né capo né coda, emerge però alla distanza una freschezza che lo riscatta e dà al tutto una sua originalità, trasformandolo in un qualcosa di autarchico e di spavaldo, generoso nel suo eccesso vitale.
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