nostro inviato a Montreal
La prima pole del fenomeno Hamilton segna anche il primo vero allarme Ferrari. Perché a Montecarlo, ad alleviare la sconfitta, c’era la foglia di fico del toboga cittadino mai amato dalla Rossa. Qui a Montreal, invece, c’è l’impietoso macigno del passato e dei molti trionfi schumacheriani a mettere a nudo le debolezze rampanti. Perché qui si volava e ora si fatica. In aggiunta, come sale sulla ferita, mettiamoci anche il famigerato teorema motoristico: «Chi va bene in Canada, va bene su tutti i circuiti del mondiale...».
La Ferrari incassa dunque la prima vera sberla dell’anno, senza se e senza ma, ed Hamilton può far festa lassù davanti a tutti. Lo guardano da lontano il suo compagno Alonso e poi la sorpresa Heidfeld su Bmw, e poi e purtroppo le due F2007 di Raikkonen e Massa, distanti sette e otto decimi. Un’eternità. Felice Lewis, scuro in volto Alonso. Dice il prodigio di colore: «Il sogno continua. Nell’ultimo tentativo sono uscito talmente veloce dalla curva che immette sul traguardo che ho toccato il muretto». A proposito di curve, ci s’interroga su come si comporterà con Alonso alla prima staccata: «Farò quello che tira fino all’ultimo, quello che guarda bene negli specchietti, quello che non lascia strada» risponde secco Hamilton. «Questa è la mia più grande chance di vittoria, il vero rivale sarà soprattutto Fernando». Poi si accorge di essere stato troppo secco e prova a scherzare: «Cosa farò con Alonso? Lo lascerò passare...» dice scherzando. E lo spagnolo: «Allora anche io ti farò passare». E giù a ridere come se si amassero e fossero quello che realmente vogliono far credere: il maestro e l’apprendista rispettoso. Invece, ormai, non si sopportano. «Peccato, ho sbagliato io – preciserà più tardi il campione del mondo – sono andato fuori linea alla curva 10, ho perso tre decimi, però posso vincere anche da qui, basta fare una bella partenza, basta fare le cose bene alla prima curva... non dobbiamo rischiare fra compagni, il mondiale si vince in Brasile non qui. Tanto più che ora siamo i più forti e lo saremo su tutte le piste». Alonso non sa ancora che prima delle qualifiche Lewis aveva puntualizzato: «Io non sono qui per fare il numero due, non accetterei mai il ruolo che aveva Barrichello alla Ferrari. Piuttosto me ne andrei».
Ha le idee chiare il ragazzo, come devono o dovrebbero averle in fretta anche i ragazzi del Cavallino. Perché Massa si comporta ormai da leader per cui non si scompone, ma i problemi ci sono: «Non mi aspettavo che loro fossero così veloci, non sono contento e non c’è più dubbio: le McLaren, in qualifica, vanno meglio di noi. Adesso dobbiamo sperare in una strategia intelligente e lavorare tanto e crescere ad ogni Gp. Perché ormai è chiaro: i problemi avuti a Montecarlo non erano dovuti solo alla pista. Però, per favore, aspettiamo a parlare di mondiale compromesso, i conti si fanno la domenica pomeriggio». Un briciolo più soddisfatto Raikkonen: «Ovvio, sto meglio che a Montecarlo, però aspettiamo a darci per vinti: ho molta benzina, vediamo che strategia hanno scelto le McLaren...».
A parte il prodigio di colore in pole, a parte Heidfeld, molte, dunque, le facce tristi nelle zone alte della griglia. Perché delle Ferrari si è detto e perché Alonso patisce il ragazzino. Unica nota positiva per lui? Lewis non è riuscito a togliergli il record del pilota più giovane a fare la pole. Tieh! Ma sa di amara consolazione.
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