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Commando assalta la casa Rapito ingegnere italiano

Rapito in casa insieme al suo collega, mentre un terzo è riuscito a sfuggire all’agguato. Sono ore di angoscia per i familiari di Franco Lamolinara, ingegnere italiano e di un britannico che lavorano per la società edile «Stabilini Visinoni Limited», impresa che da 39 anni opera in Africa.
I due sono stati sequestrati, stando a quanto riferisce la polizia locale, giovedì sera nel nord della Nigeria, per la precisione dalla foresteria a Birnin Kebbi dove alloggiavano. Un rapimento anomalo, almeno stando alle prime dichiarazioni: nell’abitazione c’era un’ingente somma di denaro in contanti che inspiegabilmente non è stato presa dai banditi. Un collega tedesco dei due finiti nelle mani del commando è riuscito invece a scappare scavalcando una recinzione mentre un altro ingegnere, lui nigeriano, è stato ferito da un colpo d’arma da fuoco.
Almeno finora, non sarebbe stata fatta alcuna richiesta di riscatto.
A raccontare sommariamente cosa sia accaduto è Kebbi Adamu Hassan, commissario della polizia di Stato. «I rapitori non ci hanno contattato e al momento non sono state ricevute richieste per la liberazione dei due», spiega laconico. «A portarli via è stata un’orda di uomini armati».
I due ingegneri lavorano per una società italiana che partecipa alla costruzione di un edificio della banca centrale a Birnin Kebbi, capitale dello stato di Kebbi, situata nell’estremo nord-ovest della Nigeria, al confine con il Niger. L’impresa era impegnata nella costruzione di un edificio della Banca centrale nella capitale dello stato di Kebbi, nell’estremo nord-ovest del Paese, vicino al confine con il Niger.
I sequestri sono piuttosto rari in questa zona della Nigeria, mentre sono molto più frequenti nelle regioni petrolifere del sud, dove i gruppi armati «prelevano» i lavoratori delle multinazionali del petrolio, generalmente rilasciati nel giro di pochi giorni dietro pagamento di riscatto. Più a rischio è considerata la zona della regione del Delta del Niger, nel sud a maggioranza cristiana della Nigeria, ma più rari nel nord a maggioranza musulmana, teatro di scontri ad aprile dopo l’elezione a presidente del Paese del cristiano Johnathan Goodluck.
Il nostro ministro degli Esteri, Franco Frattini, invita alla calma e chiede alla stampa di mantenere «il necessario silenzio» per consentire alla diplomazia di lavorare sul caso.
«Abbiamo attivato i nostri apparati e abbiamo contattato il governo nigeriano. Ora, come sempre, è il momento di non parlare. Non abbiamo ricevuto nessun tipo di rivendicazione, fino a ieri avevamo notizie non verificate, poi oggi c'è stata la conferma», ha chiosato.


Nel 2009 una donna canadese fu rapita nel nord, a Kaduna, e rilasciata due settimane dopo, pare dopo il pagamento di un riscatto. Al Qaeda nel Maghreb islamico ha rivendicato alcuni sequestri nel vicino Niger, ma mai in Nigeria.

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