di Tony Damascelli
Ascoltando le parole di Giuseppe Marotta, alla vigilia della partita contro il Cagliari, si è finalmente capita la strategia del club juventino nellultimo mercato: «Abbiamo preso dodici calciatori nuovi, sei dei quali giocano questa sera. Pastore? Zamparini lo valuta 50 milioni, per me non va al di sotto dei 25 ma capite che non era nel nostro piano». Ora qualcuno dovrebbe ricordare a Marotta che Pastore è costato al Palermo 6 milioni e mezzo e, un anno dopo, vale, per lo stesso direttore generale della Juventus quattro volte di più. Lo stesso discorso può riguardare Hernanes passato alla Lazio per 13,5 milioni e con una valutazione già raddoppiata dopo un mese di campionato. La Juventus del risparmio ha speso 12 milioni per Martines e altrettanti per Pepe, tralascio gli altri investimenti, bastano le due voci citate per spiegare come il progetto bianconero avesse altri obiettivi, altri limiti, altra perizia. Il resto è soltanto una chiacchiera per tenere caldi i tifosi, stranamente ma non troppo, mai così vicini al club e alla squadra come in queste settimane.
Il compito di Delneri prosegue tra esperimenti e controindicazioni, ribadite nella esibizione di ieri sera contro il Cagliari con un cambio di scelte tecniche e tattiche rispetto alle ultime sconcertanti prestazioni. I due gol e mezzo di Krasic sono una speranza, come il gioco ancora di cuore più che di testa. Il serbo è un investimento sicuro, così come lo sarebbe, e nessuno ne parla, il suo collega del Cska di Mosca, Alan Dzagoev, un ventenne playmaker del livello di Pastore e di Hernanes. La notte di Krasic consegna vitamine alla squadra ma suggerisco la prudenza, simile a quella contabile.
Questa non sarà la settimana della verità perché il Manchester City e la stessa Inter si sono mosse, negli anni, con una filosofia e un portafoglio ben diverso da quello juventino. Per quanto riguarda linserimento dei nuovi arrivi ricordo che nella stagione 2001-02 la Juventus decise di rinunciare a Zidane e Inzaghi, per dire, ma arrivarono, tra gli altri, queste quattro comparse: Buffon, Nedved, Thuram e Salas. Dunque non è il numero in organico ma la qualità.
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