Il commercio, la piccola, media e grande distribuzione, il flusso degli acquirenti, le normativa in vigore e le nuove leggi da pensare per un futuro razionalizzato e ragionato e per affrontare i problemi che frenano il commercio della città. Si è tenuto ieri alla Lumsa «Il commercio e la città», il primo convegno organizzato da Confcommercio Roma del presidente Cesare Pambianchi e dalla Confesercenti della Provincia del presidente Alberta Parisi che vuole tracciare le linee guida da seguire nel settore. «Un settore strategico» come riconoscono tutti gli assessori intervenuti dal palco quelli regionali allAgricoltura e alla Piccola e media impresa, rispettivamente Daniela Valentini e Francesco De Angelis, quello capitolino al commercio Gaetano Rizzo e quello provinciale allo sviluppo economico Bruno Manzi. «La strategia è chiara - ha detto De Angelis - dobbiamo intervenire con leggi che liberino risorse a favore del commercio».
Dai dati del Censis emerge che il 45 per cento dei consumatori romani che si muove fra la piccola, media e grande distribuzione è attento nel momento dellacquisto e guarda sempre il prezzo prima di comprare. Ecco la crescita dei grandi centri commerciali che schiaccia la piccola distribuzione. Ma questultima rappresenta ancora una risorsa irrinunciabile per l87 per cento dei consumatori.
«Serve una pianificazione degli insediamenti commerciali - ha sottolineato Pambianchi -. La nostra preoccupazione è che la città non stia tenendo conto dei cambiamenti del tessuto commerciale. Con gli articoli 11 nasceranno strutture che rischiano di intaccare lequilibrio della rete commerciale che oggi è composto al 60 per cento da esercizi di vicinato, che diventeranno a rischio». «Si comincia a notare una certa difficoltà per i negozi di vicinato - ha ricordato Rizzo -. Bisogna trovare nuove formule come quella dei centri commerciali naturali. Abbiamo bisogno di una vera integrazione fra piccola, media e grande distribuzione e di un piano del commercio e per la distribuzione». Anche Manzi ha ricordato che deve esserci la necessità di ragionare con tutte le istituzioni.
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