Compie cent’anni la nonna delle beauty farm

Era il 1906 quando nacque la casa di salute: oggi con 500 euro ci si disintossica insieme ai Vip

Compie cent’anni la nonna delle beauty farm

Franco Crosiglia

Cinquecento euro per una settimana al fianco dei più gettonati vip dello spettacolo. Giuliano Mossini, imprenditore edile milanese e da pochi mesi proprietario della Colonia Arnaldi di Uscio, rilancia la prima beauty farm della storia d'Italia con una offerta da non perdere. Un'offerta limitata al mese di settembre per festeggiare i 100 anni della fondazione della struttura nata, appunto, nel 1906 grazie a Carlo Arnaldi, figlio di un farmacista di Recco.
Era il periodo della Belle Époque, del lusso e della spensieratezza in cui viveva la ricca borghesia di quegli anni. Periodo anche di eccessi e sregolatezze. E Carlo Arnaldi non ne fu esente. Tanto che, racconta la storia, oramai stanco della vita spensierata, e soprattutto degli abusi che ne avevano appesantito il fisico, decise di vendere la farmacia di famiglia e di ritirarsi in eremitaggio a Uscio. Lì Arnaldi si dedicò alla ricerca scientifica approfondendo le sue teorie sulle origini delle malattie e sulle sue cure. Arnaldi, inoltre, preparò e sperimentò su se stesso un speciale pozione dalle capacità depurative che, associata a un adeguato stile di vita e a una dieta alimentare particolare, produceva effetti stupefacenti sull'organismo. Tanto che la sua fama si diffuse in tutta Europa. Fu proprio il successo inaspettato a spingere Arnaldi, l'8 giugno 1906, a costituire un vero e proprio centro del benessere, la «Colonia della Salute». Alla fine della guerra i maggiori personaggi dello spettacolo e del cinema sono passati a depurarsi a Uscio. Amedeo Nazzari, Marcello Mastroianni, Walter Chiari. E ancora, Diego Abatantuono, Umberto Eco.
Storiche sono rimaste le scappatelle notturne di Aldo Fabrizi che la sera, di nascosto, andava a compensare la frugale cena servita alla colonia con focaccia al formaggio di Recco. «Scendo da Uscio a Recco. Alè è finita! Quindi, Vittorio, magno e mi riconcilio con la vita», scrive nel 1963 Fabrizi in una dedica al ristorante «Da Ö Vittorio».
Poi, però, è arrivata la crisi. Due fallimenti a breve distanza (nel 1998 e nel 2002) sembravano mettere la parola fine alla struttura. La salvezza è arrivata lo scorso autunno. Giuliano Mossini acquista all'asta l'intera area situata sul monte Tuggio. Partono subito i lavori per risistemare la piscina coperta, gli impianti, i campi da tennis, minigolf, centro fitness, palestra. Vengono sistemati anche gli antichi padiglioni e i cottages che tra abeti del Nord America, faggi rossi e penduli garantiscono un momento di relax e di privacy molto graditi dagli ospiti, come la giornalista Anna La Rosa che ha appena trascorso qui un periodo. Un restyling che non intacca, però, la tradizionale rigidità della colonia. Rigidità impressa nel marmo all'ingresso: «Aut disce, aut discede» (o impari o te ne vai). Appena entrati bisogna consegnare medicine, cibi e bevande, mentre nel corso del soggiorno la direzione può fare ispezioni ai bagagli. Segue una visita medica in cui viene stabilita per ciascun ospite la precisa quantità di pozione e la dieta personalizzata. Libera invece (e ricca di novità) la scelta di trattamenti estetici personalizzati.


Per settembre si sprecano le voci sui personaggi del jet set e della politica attesi. Alla direzione il silenzio è assoluto, ma nel tam tam del gossip circolano i nomi Ignazio La Russa, Bruno Vespa e Veronica Lario, più nota come lady Berlusconi.

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