La storia di amore verde tra il sindaco Moratti, l’archistar Renzo Piano e il direttore d’orchestra Claudio Abbado è finita. Impossibile piantare i 90mila alberi chiesti dal maestro come cachet per il suo ritorno alla Scala dopo 24 anni di assenza senza l’aiuto consistente di sponsor. Detto fatto, all’indomani dello stop del Comune alla realizzazione dell’ambizioso progetto, si fanno avanti due sponsor di peso, uno economico, l’altro politico. A entrare a gamba tesa nella querelle tra palazzo Marino e il tandem Abbado-Piano è addirittura la Coca Cola. «Perché il sindaco di Milano non si è rivolta a noi, come a molte altre aziende attive in Lombardia e molto sensibili ai temi ambientali?», si chiede un po’ polemicamente Alessandro Magnoni, general affairs director di Coca Cola Hbc Italia. «Noi saremmo pronti a impegnarci in un progetto come quello degli alberi di Piano e Abbado: noi imprese stiamo iniziando a impegnarci con serietà e forza sui temi ambientali - e qui arriva la stoccata a Palazzo Marino - ma per incidere davvero bisogna avere altrettanta attenzione da parte delle amministrazioni pubbliche, collaborare assieme su progetti comuni». Il manager della Coca Cola poi corregge il tiro: «Abbiamo il massimo rispetto per il lavoro del sindaco Letizia Moratti e non intendevo esprimere alcuna critica alla scelta di sospendere il progetto». Verde chiama verde. A dare il suo appoggio incondizionato all’architetto amareggiato Umberto Bossi, che ieri ha chiamato personalmente Piano. «Sto con te - ha detto il Senatùr - stai tranquillo, pianteremo quegli alberi in città». Un passo avanti verso le comunali da parte del leader del Carroccio che all’indomani dei risultati delle regionali aveva avanzato la sua candidatura a sindaco di Milano? O un messaggio indiretto alla Moratti e una prova di forza?
Il masterplan firmato dall’archistar e dal suo staff, che distribuiva su tutta la città, da piazza Duomo alle periferie, 90mila piante tra frassini e magnolie, è troppo oneroso per le casse vuote di Palazzo Marino: si parla di circa 10 milioni di euro. «Invece che spendere 2 milioni di euro per 200 alberi in una via del centro, preferisco metterne 2mila in periferia» aveva detto a febbraio il sindaco. Una spesa insostenibile, come fanno notare da più parti, e non un «no» politico. «Il Comune - si legge in una nota - ha sempre creduto nella possibilità di integrare il progetto dell’architetto Renzo Piano con la pianificazione pluriennale predisposta e in fase di realizzazione dall’amministrazione e che prevede la piantumazione di decine di migliaia di alberi in centro città e nelle periferie. Ciò anche facendo seguito a quanto auspicato dal maestro Abbado per il suo ritorno alla Scala. L’amministrazione, come più volte ribadito, non ritiene, però, di potersi fare carico delle spese per la piantumazione di circa 3.500 alberi in 12 luoghi della città, con una spesa prevedibile superiore ai 10 milioni di euro. L’intervento di uno sponsor è, quindi, considerato condizione indispensabile per poter approvare tale piano. Si conferma, infine, la disponibilità del Comune a realizzare in ogni caso la piantumazione di circa 150 alberi lungo l’asse che porta da Piazza Duomo al Castello Sforzesco».
«Non c’è una opposizione culturale al progetto di Piano - spiega l’assessore al Verde Maurizio Cadeo -. Ci sono 55mila alberi già piantati dal 2006 ad oggi, 20mila in via di piantumazione, altri 70mila previsti.
Il Comune boccia gli alberi di Piano, ma Bossi all’architetto: "Sto con te"
Palazzo Marino: "Troppo oneroso il progetto per il verde. Servono sponsor". Si offre la Coca-Cola: "Siamo pronti, se può far tornare Abbado alla Scala". Confermati i concerti del maestro, esauriti in 5 minuti i 595 biglietti disponibili
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