Comune costretto agli straordinari per gli alberi di Abbado

Il maestro aveva chiesto 90mila piante per tornare alla Scala. In sei mesi sono arrivati 35 vasi di magnolie in via Vittor Pisani. Il Fai è pronto a formare un comitato di garanzia

«Gli alberi devono diventare sempre di più il simbolo di Milano». Parola di Letizia Moratti, che in materia di verde non sembra essere più così credibile. Almeno agli occhi del maestro Claudio Abbado, che aveva chiesto al sindaco il 7 aprile scorso come cachet per il suo ritorno sul podio della Scala, la piantumazione di 90mila alberi in città. Al momento di alberi se ne sono visti davvero pochi, eccezion fatta per quelle 35 ilex aquifolium in vaso - e non in terra - messe in via Vittor Pisani lo scorso giugno. E che presto si potranno ammirare anche in corso Genova. Ecco, sembra che il maestro non sia proprio soddisfatto della risposta che l’amministrazione ha dato alla sua richiesta: se la matematica non è un’opinione 35 è un numero molto distante da 90mila. Quelle piccole sempreverdi che si perdono nei giganteschi vasi tra l’altro sono già state prese di mira dai soliti, immancabili writer milanesi, che si sono accaniti sulle piante con gli spray.
Lasciarsi scappare Abbado? Non se ne parla nemmeno. Ecco allora che mentre il maestro in tour per l’Europa ha chiesto ai suoi di tenere alta la guardia, in Comune si corre per dare il segnale che qualcosa si muove in vista di novembre, il periodo giusto per piantumare gli alberi. Ma per fare un bosco, ci vuole anche un progetto: «Manca un disegno sistemico, che colleghi in modo organico le future aree verdi - spiega Milly Moratti, consigliere comunale della Lista Ferrante -. In attesa di ciò, si sta cercando di mettere insieme personalità autorevoli dal punto di vista ambientale per accelerare con proposte concrete».
Ecco allora che rispuntano dal cilindro il progetto di «rimboschimento» di largo La Foppa o della Darsena. «La Darsena? E il parcheggio? Si potrebbero piantare gli alberi al posto del parcheggio - risponde Stefano Boeri, che ha coordinato la squadra architetti per il masterplan di Expo - ma il maestro deve capire che è impossibile piantare 90mila alberi nel centro della città. La storia del territorio riguarda anche le periferie, credo quindi che sia importante legare la piantumazione degli alberi in centro al Metrobosco, il progetto di una cintura verde che corre intorno a Milano. Insomma bisogna avere il coraggio di dire le cose in modo corretto. Questa, però, è una bellissima sfida». «Le piante in via Pisani? Quello è arredo urbano. Comunque se ce ne fosse bisogno - propone Marco Magnifico, direttore generale del Fai - siamo disponibili a formare un comitato di garanzia formato dai grandi architetti del verde per vigilare sull’accordo».


Intanto il sindaco corre, si tiene stretti gli alberi di via Montenapoleone («non li presteremo alle altre città, chi vorrà vederli dovrà venire a Milano») e, costretta a fare i conti con un bilancio non proprio pingue, scende addirittura in strada partecipando alla «Vogue’s fashion night out» per raccogliere fondi per gli alberi. E il mandato che ha consegnato alla giunta va nella stessa direzione: si concederanno patrocini anche a iniziative «commerciali», ma in cambio di un fondo «verde» o direttamente di alberi.

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