In Comune e Provincia si smette di lavorare per dare ragione a chi si fida di una «voce»

Lavori complessi, quelli del consiglio comunale di Genova, in un clima di tensione spinto dalla presenza dei pensionati dell'amianto, gli ex lavoratori che ora temono la sospensione delle loro pensioni, in seguito all'inchiesta giudiziaria sul riconoscimento del rischio amianto. Gli stessi pensionati già presenti in Provincia la mattina. La loro protesta non si ferma, e anche all'aula rossa, ieri pomeriggio, hanno chiesto di sospendere i lavori. «Vogliamo chiedere scusa alla città», hanno detto a palazzo Tursi. «È lo Stato che deve chiedere scusa a voi - ha risposto il sindaco Vincenzi - Chi ha sbagliato dovrà pagare». Il festival dell’ipocrisia è proseguito e in un primo momento, in conferenza dei capigruppo, il consiglio comunale aveva scelto di sospendere simbolicamente per un'ora. Poi il presidente del coniglio, Giorgio Guerello, ha deciso di riprendere il consiglio in notturna, alle 20. Secondo la minoranza però ne avrebbe dato notizia proprio mentre il consiglio era già sospeso. Forza Italia, Lista Biasotti, An, Lega e La destra hanno chiesto il parere del segretario generale sulla validità della seduta. «Il presidente Guerello si è fatto prendere la mano - spiega Giuseppe Costa, Fi - avrebbe dovuto riprendere i lavori e poi sospenderli ufficialmente». Alle 20 si riprende con la riunione dei capigruppo. E via con nuove discussioni.
La Provincia, invece, ha optato per la sospensione immediata dei lavori. Il presidente della Provincia, Alessandro Repetto ha sollecitato con un telegramma al Ministro del Welfare Sacconi l'emanazione di una circolare a Inail e Inps, che potrebbe liberare le pensioni già sospese, in attesa della fine dell'inchiesta.

Anche il presidente della Regione, Claudio Burlando, chiederà al ministro Sacconi e al sottosegretario alla presidenza Gianni Letta un intervento. Interventi inutili perché Inps aveva già abbondantemente chiarito tutto.

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