Roma

Comune, l’incubo dei dirigenti esterni

Giacomo Legame

L’occasione è di quelle che contano: la sottoscrizione della pre-intesa per il contratto integrativo dei dirigenti del Comune di Roma. Ed è proprio durante l’apposizione di una firma tanto sudata che i sindacati sono tornati a levare il grido d’allarme per scongiurare l’invasione di dirigenti esterni all’amministrazione che tanto in passato ha fatto discutere.
L’estenuante trattativa per la definizione del «contratto collettivo decentrato integrativo dell’area dirigenza del Comune di Roma» – con relativo aumento di stipendio (in media circa il 33 per cento) - è arrivata ieri al capolinea: dopo un braccio di ferro durato due anni, Campidoglio e sindacati hanno firmato la pre-intesa che riguarda i circa 260 dirigenti capitolini a tempo indeterminato. Oggi tocca alla Giunta, quindi ai revisori dei conti, e venerdì, salvo sorprese, si passerà alla firma definitiva.
Filo conduttore della battaglia sindacale, spiega Francesca Coscarella, segretario territoriale Cisl e responsabile per gli enti locali, (che assieme ad Andrea De Simone, segretario generale Cisl per la funzione pubblica di Roma, ha salutato con «grande soddisfazione» la firma della pre-intesa) «la valorizzazione della dirigenza interna», ergo la diminuzione degli incarichi esterni. Percorso prescelto, la «verifica dell’attuale sistema di valutazione delle posizioni dirigenziali» attraverso un «metodo di trasparenza» che – confessa Coscarella – «ci è costato sei mesi di lavoro in sede di trattativa». Trasparenza «nell’attribuzione degli incarichi» di pari passo con «la verifica dell’attuale assetto organizzativo della macrostruttura comunale», scrivono i due dirigenti Cisl, nonché con «la definizione e composizione preventiva del fondo per il finanziamento della retribuzione di posizione e di risultato».
A far contenti i 260 dirigenti capitolini, in un momento in cui il governo nazionale (a bandiera Ulivo come il Campidoglio) non fa che predicare il contenimento delle spese, sarà l’aumento medio degli stipendi del 33% circa. Un considerevole «rialzo», che – è opinione diffusa - rende ancor più urgente un’inversione di rotta verso il taglio degli «esterni». A cominciare dalle scelte imminenti come la nomina del comandante della Polizia municipale «per il quale la Cisl – spiega Coscarella – auspica la nomina di un dirigente interno». Perché gli esterni costano, «e perché gli interni conoscono la città e i suoi problemi».

Non solo: «Auspichiamo che la scelta del vertice della Municipale riguardi un dirigente emergente – conclude la sindacalista –, e non esponenti di una vecchia guardia che a oggi non ci risulta in grado di dare slancio ad un Corpo che stagna in una serie problematiche di tipo organizzativo che non crediamo il sindaco voglia mantenere».

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