Comune, il sindaco dà la pagella ai dipendenti

Valutazioni ai dipendenti comunali e possibilità di trasferimento da un ente all’altro, uso massiccio della legge Biagi nei rapporti di lavoro, telelavoro, emolumenti più alti per strappare figure chiave e manager all’industria privata. Efficienza, efficienza, efficienza. Assessori, consiglieri e colonnelli dei partiti se lo sentono ripetere prima, dopo e soprattutto durante ogni incontro con Letizia Moratti. Tanto che sembrano aver capito quale sarà la ricetta del sindaco per superare lo shock dei 50 milioni di euro in meno che la prima Finanziaria del «sinistro» governo Prodi destinerà a Milano.
Per non tagliare i servizi ai milanesi non resta che decapitare le spese. A partire, ovviamente, da quelle superflue. E così la Moratti punta sullo snellimento della macchina di Palazzo Marino. Cominciando, sembra, dall’esercito dei 20mila dipendenti. «Dobbiamo - le parole della Moratti - portare il meglio della legge Biagi all’interno della pubblica amministrazione, per dare al pubblico impiego modi e strumenti che permettano di alzare la qualità dei servizi offerti e avvicinare l’amministrazione ai cittadini». Un intervento deciso, il suo, fatto a Roma durante il convegno «Dare valore al lavoro pubblico: qualità, meriti e cittadinanza», organizzato dalla Uil presso la sede dell’Inail. Relazione accompagnata dalla richiesta rivolta al governo Prodi perché gli enti locali possano sedere al tavolo che definirà i nuovi ordinamenti della pubblica amministrazione. «Dare applicazione, anche in questo settore, alle nuove e moderne logiche di organizzazione del lavoro dipendente introdotte dalla Legge Biagi - spiega la Moratti - potrebbe fornire un significativo contributo alla valorizzazione del personale e contrastare forme di precariato diffuso. Le collaborazioni e i tanti appalti fittizi potrebbero essere sostituiti con forme di lavoro dipendente, flessibile ma di qualità, a partire da una maggiore e più razionale applicazione del lavoro a tempo parziale sino a giungere a forme innovative e fortemente garantiste, del prestatore di lavoro, come la «somministrazione», il telelavoro, i contratti di inserimento e quelli di contenuto formativo».
Una premessa necessaria per entrare in concreto sul disegno di legge voluto dal ministro Luigi Nicolais per aumentare l’efficienza della pubblica amministrazione. «Si prevede - spiega lady Letizia - la valutazione della produttività per ufficio, mentre il vero problema è un altro: bisogna poter valutare il merito dei singoli dipendenti». Una pagella personale, dunque, per premiare l’efficienza e scoraggiare assenteismo e poca partecipazione. «E poi - aggiunge - il disegno di legge prevede la mobilità tra uffici dello stesso ente e all’interno della stessa regione, mentre l’esperienza ci indica che sarebbe più utile e funzionale poter spostare il personale da un ente all’altro». Giudizio assolutamente positivo al ministro sulla «semplificazione». «Giusto - assicura - fissare tempi certi per le prestazioni e soprattutto stabilire forme di tutela per gli utenti». Altra parola d’ordine è «decentrare la contrattazione».

«Bisogna equiparare i contratti pubblici a quelli privati. A causa di troppe rigidità abbiamo dovuto rinunciare a professionalità di alto livello perché non siamo in grado di offrire contratti adeguati all’industria privata da cui provenivano».

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