Cronache

Il Comune trova 71 discariche abusive a cielo aperto

Erika Falone

Vecchie lavatrici abbandonate, carcasse di auto e batterie ormai scariche. Oltre, chiaramente, a sacchetti della spazzatura e cocci di bottiglie. Ecco l'inventario di quel che si trova nelle «nostre» discariche a cielo aperto. Ben 71 quelle scovate dal Comune di Genova sul territorio cittadino in collaborazione con Amiu e WWF, concentrate soprattutto sulle alture della città.
Ed è alla lotta alla discarica abusiva che guarda il progetto dell'assessorato alle Politiche ambientali del Comune, che, in un percorso che si svilupperà su quattro anni, prevede di bonificare tutte le zone invase dai rifiuti. Grazie al lavoro svolto fino ad oggi sono state bonificate diciotto aree. Altre nove saranno sottoposte a interventi di pulizia entro la fine del 2006. Solo così si sono recuperati ben 10mila metri quadrati che, salvati dallo stato di abbandono in cui vertevano, sono stati restituiti al Comune. In diversi casi, in questi spazi sono stati utilizzati dei dissuasori (guard rail, recinzioni) per evitare che la storia del rifiuto clandestino si ripeta.
Ma ancora lunga - e molto costosa - è la strada. «La bonifica è un tipo di intervento che il Comune deve fare, ma è anche uno spreco di risorse sia economiche che di mano d'opera - spiega Gianfranco Tiezzi, assessore al Ciclo dei rifiuti -. Che potrebbe essere evitato con un po' di buona volontà da parte di cittadini e aziende». Sì, perché in realtà l'abbandono oggi è veramente un atto di pigrizia.
L'Amiu, infatti, mette a disposizione sia degli «eco van», camion che raccolgono i rifiuti ingombranti di quartiere in quartiere, che il servizio nelle isole ecologiche, nelle quali è possibile depositare a qualsiasi ora del giorno. Gratuitamente.
«Stiamo pensando anche di aumentare il numero delle isole ecologiche - dice l'assessore Tiezzi - Arriveremo a nove (oggi sono solo tre), entro i prossimi anni». Salatissime le multe per chi viene colto nell'atto di scaricare in aree non idonee i rifiuti.


Si va dai 150 euro per i privati, fino ad arrivare ai 2 anni di galera nel caso in cui venga accertata la presenza di rifiuti pericolosi.

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