Concita svela l'asse Fini-Pd
29 Novembre 2011 - 08:22La De Gregorio rivela il piano alle regionali nel Lazio: favorire la Polverini per rafforzare il Terzo polo. A danno della Bonino. "Un dirigente mi spiegò che conveniva perdere"
Roma - «Il nostro appoggio alla Bonino? Meglio che perda, così rafforziamo Fini». Sembra un’era geologica fa ma soltanto un anno e mezzo fa, il 28 e il 29 marzo 2010, il centrodestra metteva a segno una clamorosa quanto inattesa vittoria nelle regionali del Lazio. Un successo in controtendenza rispetto alle difficoltà vissute in quel periodo da tutti i governi europei in carica, reso ancora più significativo dall’estromissione della lista del Pdl. Ebbene oggi, a distanza di un anno e mezzo da quella consultazione elettorale all’indomani della quale l’offensiva dei finiani salì ulteriormente di tono fino al tentativo di ribaltone del 14 dicembre, Concita De Gregorio, allora direttore de l’Unità , racconta un retroscena che fornisce ulteriori elementi per ricostruire il quadro di una fase controversa della nostra storia politica recente.
«Emma Bonino si candidò a Roma per assenza di un candidato dell’opposizione e aveva tutte le possibilità di vincere. Siccome il Pd non sembrava voler sostenere la sua candidatura, io andai da un altissimissimo dirigente del Pd e gli chiesi se per caso non avessero deciso di non sostenerla» racconta la giornalista. «Se è così, diciamocelo, gli dissi, altrimenti è ipocrita e inutile fare una battaglia del giornale.L’alto dirigente mi rispose così: “A noi questa volta nel Lazio ci conviene perdere. Perché siccome la Polverini è una candidata di Fini ed è l’unica sua candidata della tornata, se vince, Fini si rafforza all’interno della sua posizione critica nel centrodestra e, finalmente, si convince a mollare Berlusconi e a fare il Terzo polo, insieme a Casini. A quel punto noi avremmo le mani libere per allearci con Fini e Casini e andare al governo”».
La replica della De Gregorio è improntata allo stupore. «Ma come farà a spiegare agli elettori che volete perdere? E per giunta per allearvi con il Terzo polo?». Il vaticinio del superdirigente è laconico: «Ma non saremo noi a dare spiegazioni, la spiegazione la darà la crisi economica!». Un ragionamento che fa capire in maniera esplicita quanto nell’opposizione si puntasse sulla capacità di rottura del gruppo finiano e si scommettesse sul ribaltamento del verdetto popolare. Naturalmente la miccia fatta cadere dall’ex direttore dell ’Unità accende l’incendio delle recriminazioni in casa radicale. A Via del Nazareno il responsabile Organizzazione Nico Stumpo prova a buttare acqua sul fuoco. «Solo poche parole: quelle affermazioni non hanno alcun fondamento». E Giuseppe Fioroni, tirato in ballo come possibile protagonista del dialogo, respinge con forza ogni illazione. «Non sono io. Ho sostenuto la Bonino, punto e basta».
La reazione del segretario radicale Mario Staderini è durissima. «Questa rivelazione avrebbe del clamoroso se non fosse che avevamo denunciato tutto a tempo debito» dice, «bastava infatti guardare il budget della campagna elettorale del centrosinistra, che nel caso della Bonino era un quarto di quanto speso per Marrazzo».
A questo punto,aggiunge, «al di là del dirigente citato dalla De Gregorio, Pier Luigi Bersani deve dire la verità e chiedere scusa agli elettori».