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Un concorso di bellezza per ragazzi sieropositivi

Per combattere i pregiudizi in Uganda è nato "Miss e Mister Y+". Piccolo passo ma grandi speranze

Un concorso di bellezza per ragazzi sieropositivi

Da mesi l'attenzione internazionale è concentrata sul coronavirus e sulla sua diffusione a livello globale. Ma oltre a un problema di carattere sanitario, in ogni epidemia c'è anche connaturato un altro tipo di problema, di carattere sociale, legato al pregiudizio e all'esclusione del malato o del supposto untore. Anche in questi mesi di diffusione del Covid-19 si è assistito alla ricerca del colpevole, a ogni latitudine, e questo fenomeno non interessa soltanto il Sars-cov2, anzi ci sono malattie verso le quali il pubblico giudizio e l'accusa sono ancora maggiori, l'Hiv, per esempio, è una di queste. La sieropositività espone le persone malate alla gogna pubblica, la quale induce a un privato senso di vergogna dettata dall'idea che chi ha contratto l'infezione sia biasimabile per i suoi comportamenti o per il suo orientamento sessuale. E il fenomeno si aggrava laddove la disinformazione e la mancanza di una conoscenza obiettiva del problema fomentano dietrologie e paura.

In Uganda, uno dei Paesi africani con il più alto numero di persone sieropositive del continente, oltre 1.400.000 stando alle stime di UnAids, e con la più alta percentuale di persone ammalate di età compresa tra 15 e 24 anni, la stigmatizzazione nei confronti di coloro che hanno contratto il virus è una vera e propria piaga nazionale. L'Uganda Network of Young People Living with HIV (UNYPA) ha deciso però di combattere questa problematica e per farlo ha dato vita a un evento unico e rivoluzionario: un concorso di bellezza per giovani positivi all'Hiv, Miss e Mister Y+.

L'evento ha preso il via nel 2014 e negli anni ha raccolto sempre più partecipazioni e interesse mediatico. Si tratta di un concorso di bellezza a tutti gli effetti, con giurati, concorrenti, vincitori, fasce, corone e foto di rito. E a spiegare come e perché è nato questo progetto, e anche il segreto del suo successo, è stato Nicholas Niwagaba, direttore esecutivo dell'UNYPA: «Le persone sieropositive in Uganda, soprattutto i giovani, devono fare i conti quotidianamente con la discriminazione da parte delle loro famiglie, la stigmatizzazione a scuola e sul posto di lavoro e basta leggere i dati del rapporto sullo stigma redatto dal governo ugandese per capire come in Uganda minacce e aggressioni fisiche e verbali siano all'ordine del giorno. Inoltre il 32% degli intervistati ha confessato di sentirsi colpevole per avere contratto l'Hiv e il 60% invece tiene nascosta la propria situazione sierologica». Così, ha raccontato l'organizzatore, «è nato il concorso di bellezza per essere un progetto di punta nella lotta al pregiudizio. Lo spettacolo si svolge ogni anno e ha come obiettivo quello di trasformare lo stigma in orgoglio e di promuovere l'inclusione delle persone sieropositive nella società».

A riprova di come la manifestazione sia cresciuta negli anni, basta leggere i numeri: la prima edizione contava solo 10 concorrenti, l'ultima 134 e oltre 3mila persone sono state impegnate nella preparazione dell'evento. E per capire quanto «Miss e Mister Y+» abbia aiutato i giovani ad accettare la propria situazione e a liberarsi da timore e vergogna occorre ascoltare Timothy Kabogoza, un ragazzo diciannovenne di Kampala, sieropositivo dalla nascita e classificatosi secondo all'ultima edizione del concorso. «Ho sempre cercato di tenere nascosto il mio stato ma, quando i miei amici lo hanno scoperto, hanno cominciato ad additarmi e a escludermi». Il fatto di aver partecipato all'edizione 2019 di Young Positives ha però dato un concreto aiuto psicologico al ragazzo, rafforzando la sua autostima e portandolo a schierarsi in prima persona nella lunga battaglia per i diritti civili delle persone sieropositive. «Dopo quest'esperienza ho capito che voglio dare un aiuto concreto ed essere una figura positiva per i ragazzi che vivono la mia stessa situazione e invito tutti i giovani a seguire con costanza le terapie antiretrovirali e a non vergognarsi mai di loro stessi».

Gli organizzatori, in quest'anno di emergenza per il coronavirus, si sono trovati però di fronte a un interrogativo: sospendere o proseguire con «Miss e Mister Y+»? La risposta è arrivata sempre da Nicholas Niwagaba che ha spiegato: «Anche quest'anno il concorso si terrà. Abbiamo dibattuto a lungo, ma alla fine ci siamo resi conto che era importantissimo organizzare l'evento in questo momento. L'epidemia di Covid-19 ha avuto un impatto negativo incommensurabile sulla vita delle persone che convivono con l'Hiv. Molti hanno perso i trattamenti salvavita e ciò probabilmente contribuirà all'aumento dei decessi correlati all'Aids. Lo stigma e la discriminazione sono aumentati e diverse persone sieropositive sono state costrette a rivelare il loro stato. Ciò ha portato ad abbandoni familiari e violenza di genere. Abbiamo anche notato che la priorità nazionale, in termini di sanità, è mitigare i rischi legati al coronavirus, ma l'Hiv e l'Aids non sono spariti ed è doloroso vedere come l'attenzione e la prevenzione a riguardo si siano molto ridotte». In conclusione il direttore dell'UNYPA ha poi chiosato: «Riteniamo quindi che questo sia un momento cruciale. Le persone che vivono con l'Hiv hanno bisogno di noi.

Il concorso di bellezza Y+ ha dimostrato di essere il miglior mezzo per creare una coscienza collettiva su questi problemi, quindi procederemo anche quest'anno adottando ovviamente tutte le misure di sicurezza fornite dal Ministero della Salute».

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