Roma - Lista. La lista. Parola che evoca elenchi infami: i proscritti, i reietti, i perseguitati. Ma pure il contrario, come la Schindler’s list: gli eletti, i prescelti, i predestinati. Nel caso della lista gay c’è chi la prende come una barbarie e una demonizzazione e chi invece ci scherza sopra senza dargli troppa importanza. Il presidente dei senatori Pdl Maurizio Gasparri si dice «divertito» e ridendo confessa «di essere un banale e convinto eterosessuale». Poi taglia corto precisando di avere cose più importanti da fare. E sempre nel Pdl pure Massimo Corsaro la prende sportivamente. «Mi era giunta notizia che il mio nome sarebbe stato strumentalmente inserito in un elenco infamante - dice Corsaro - per un attimo ho temuto che mi inserissero in quello degli interisti occulti. Tutto sommato meglio così».
Non ha alcuna voglia di scherzare invece il governatore della Lombardia, Roberto Formigoni. «Si tratta di fantasie malate di personaggi inqualificabili - avverte il presidente della Regione - non perdete tempo a seguire queste sciocchezze».
Reazione durissima da parte del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Carlo Giovanardi. Non è nella lista, non è coinvolto personalmente, ma ritiene la pubblicazione «una vergognosa e indecente operazione». Per Giovanardi si tratta di «una azione violenta di una minoranza dei movimenti gay che ricorre ad ogni mezzo per intimidire e minacciare di rappresaglie chi non condivide le sue rivendicazioni». E attacca pure Paola Concia del Pd, «rea» secondo Giovanardi di non aver condannato con sufficiente forza la pubblicazione della lista. La Concia (paladina dei diritti degli omosessuali e vittima qualche tempo fa di una aggressione insieme alla sua compagna con la quale è convolata a nozze a Francoforte lo scorso agosto) così ha criticato la pubblicazione della lista. «L’outing rappresenta una pratica estrema e violenta che non fa parte della mia cultura politica», osserva la Concia che però poi in qualche modo giustifica il gesto plateale attribuendolo all’«esasperazione dei cittadini omosessuali e transessuali che ogni giorno sono vessati e costretti a subire discriminazioni inaccettabili e sono cittadini senza alcun diritto».
Ma per il ministro delle Pari Opportunità, Mara Carfagna, questo gesto non farà che aumentare l’intolleranza. «Si tratta di una bufala cinica e violenta - dice la Carfagna - Diffamazione gratuita che non aiuta certo la causa della lotta contro l’omofobia anzi fomenta l’intolleranza e quindi la violenza». È proprio l’idea della «lista» che per la Carfagna ci riporta indietro a «orrori del passato che non si ripeteranno» perché, conclude il ministro, «il diritto e la libertà di essere se stessi è un principio fondamentale della Repubblica e tutti dovrebbero rispettarlo».
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